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La storia di Virgilio Bono, quando il metallo diventava arte  

Virgilio Bono è stato una figura di grande rilievo nell’artigianato pontino, un autentico interprete della materia, capace di trasformare il ferro battuto e il rame in opere d’arte di rara bellezza. Maestro incisore, ha unito la forza della tradizione al linguaggio dell’arte contemporanea, creando forme che parlano di equilibrio, luce e movimento. Nel corso della sua carriera ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, affermandosi come uno dei più grandi artigiani del suo tempo. La sua bottega, luogo di pazienza e passione, è stata fucina di idee e scuola di vita per molti giovani che hanno avuto la fortuna di apprendere da lui. La sua eredità non è soltanto nelle opere che ha lasciato, ma anche nello spirito con cui ha saputo restituire dignità e poesia al mestiere dell’artigiano, rendendo il metallo una materia viva, quasi dolce, capace di emozionare. A voi la sua storia.

Le storie che racconto, a volte, mi arrivano all’improvviso. È come se fossero già scritte nel destino della mia penna, in attesa solo di essere scoperte… Mi trovavo nei pressi di Borgo Isonzo quando ho avuto un flash: mi è tornata alla mente una bottega artigiana, quella del Cavaliere Virgilio Bono. Conoscevo bene il signor Virgilio: era il papà di Daniela, mia compagna di classe alle scuole medie, e di Betti e Manuela, con cui c’era in gioventù una sincera amicizia, ma poi ci siamo persi di vista.

Il geniale artigiano Virgilio Bono sul suo tavolo di lavoro

L’ultima volta che lo incontrai fu circa vent’anni fa, quando mi fece un preventivo per la realizzazione di un letto matrimoniale in ferro battuto. Da allora non l’ho più incontrato, ma ho continuato a sentir parlare di lui e dei suoi successi artistici sui giornali. Lo ricordo di piccola statura, ma di grande vitalità: una persona amabile, ironica, sempre sorridente. Così ho deciso di contattare la figlia Daniela per raccontare la sua storia: un uomo eclettico e geniale, che non poteva mancare nei miei scritti.

Un'opera del maestro incisore Virgilio Bono

La storia di Virgilio Bono maestro incisore

Virgilio Bono nasce il 20 settembre 1929 a Terracina, in provincia di Roma (poi divenuta Littoria e oggi Latina). È il quarto di cinque figli. I genitori, Ennio Bono e Annunziata Bernabei sono di Sonnino, ma nel periodo estivo si trasferiscono a Terracina, dove Annunziata possiede una casa, perché proviene da una famiglia molto facoltosa. Mentre Ennio, ha origini più umili, ma è un uomo di grande operosità. Artigiano del ferro e del rame: gestisce una bottega nel suo paese, in cui realizza e vende ogni tipo di manufatto in metallo.

Dopo aver terminato le scuole elementari, Virgilio inizia a frequentare la bottega del padre, affascinato da quel mondo di suoni e scintille. Si incanta a osservarlo mentre modella una pentola in rame o forgia la spalliera di un letto in ferro battuto. Per il proseguo degli studi, frequenta saltuariamente i salesiani, ma la sua strada è già segnata: vuole seguire le orme del padre. Ennio, intuendone il talento, decide di mandarlo a Roma, in una scuola di formazione artigiana, per perfezionare quell’arte che già gli scorre nelle vene.

Una modella posa accanto a una gigantesca brocca del maestro Virgilio Bono

Mentre Virgilio frequenta la scuola, l’Italia entra in guerra e il padre viene chiamato alle armi. Purtroppo, al fronte, Ennio rimane gravemente ferito e perde una gamba. Virgilio, appena sedicenne, si ritrova così a mandare avanti la bottega, aiutato saltuariamente dalle sorelle. In quel lavoro scopre la propria vena artistica e, accanto a pentole, brocche e vasellame, comincia a creare vere e proprie opere d’arte. Il lavoro procede talmente bene che riesce perfino ad acquistare un’automobile: una Fiat 1100.

L’incontro con Fidalma Fiorito

Fidalma Fiorito vive a Pontinia, dove è anche nata, sebbene i genitori siano di origini umbre. Aiuta la madre nelle faccende di casa, ma spesso viene mandata a sbrigare commissioni. Un giorno la mamma le chiede di prendere la corriera per Sonnino a ordinare l’olio. Arrivata in paese, Fidalma si ferma davanti alla bottega di Virgilio, incuriosita dagli oggetti per la cucina esposti in vetrina. Lui la nota subito: è una giovane ragazza di appena sedici anni, mentre lui ne ha già ventisette. Ma quel giorno tutto si ferma a una semplice chiacchierata.

Virgilio Bono e Fidalma Fiorito

Una domenica pomeriggio, passeggiando per Pontinia, i due si rincontrano. Fidalma non sembra molto interessata alle attenzioni di Virgilio, perché si sente ancora troppo giovane per pensare a un fidanzamento. Ma lui non è tipo da arrendersi facilmente. Così, qualche domenica più tardi si presenta, insieme a un gruppo di amiche, davanti casa della ragazza, a bordo della sua Fiat 1100, anche per far colpo sui genitori di Fidalma. D’altronde, per quei tempi, possedere un’automobile era sinonimo di agiatezza.

Il fidanzamento non tarda ad arrivare: dopo appena sei mesi, nel 1958, i due convolano a nozze. Fidalma, appena diciottenne, ha ancora qualche perplessità, ma sarà solo questione di tempo. Dalla loro unione nasceranno Daniela, Elisabetta e Manuela. In quell’anno Virgilio partecipa alla sua prima fiera, a Bolzano. Le sue creazioni riscuotono subito grande successo e arrivano anche i primi riconoscimenti e Sonnino comincia a stargli stretto.

Natura morta in rame del maestro Virgilio Bono

Da Sonnino a Latina

Sempre nel 1958, con un semplice foglio di rame, Virgilio realizza il busto di Giulio Cesare, opera d’arte di grande pregio. Per ottenere una particolare tonalità del metallo, decide di immergere il busto nelle sorgenti dei Gricilli, note per le loro acque ricche di minerali e composti solfurei, situate a metà strada tra Ceriara e l’Abbazia di Fossanova. La sua intuizione si rivela geniale e dà vita a un risultato sorprendente.

Virgilio sente il bisogno di allargare i propri orizzonti e di aprirsi a un mercato più ampio. Nei primi anni Sessanta decide così di costruire una casa con annessa officina e spazio espositivo a Latina, precisamente a Borgo Isonzo, dove arriveranno a lavorare circa trenta persone. Oltre a essere un bravo artigiano è anche un visionario: immagina che la nuova strada per Roma passerà proprio da quelle parti… Nel 1962, finalmente, Virgilio, Fidalma e la loro primogenita Daniela si trasferiscono; le altre due bambine nasceranno a Latina.

Il busto di Giulio Cesare di Virgilio Bono

Il 1963 è un anno importante: tra Fogliano e Torre Astura si sta girando un film, un colossal diretto dal regista Joseph L. Mankiewicz, con protagonisti Elizabeth Taylor e Richard Burton. Il film in questione è Cleopatra. Il regista, dovendo riprodurre fedelmente le armature dei centurioni romani si rivolge proprio a Virgilio che le costruisce appositamente per quel film. Da quel momento in poi parteciperà alle fiere in tutto il mondo, dalla Cina all’America.

L'armatura realizzata da Virgilio Bono per il film Cleopatra girato nel 1963 nel territorio pontino

Cento medaglie d’oro

Con le sue opere Virgilio conquisterà oltre cento medaglie d’oro e sarà insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Tra i suoi clienti figurano Aldo Moro con la moglie Eleonora e il giornalista Bruno Vespa. Negli anni Novanta trasferisce la sua attività in un grande capannone lungo la Pontina, nel comune di Sabaudia. Tra le sue creazioni figurano anche le fiaccole in rame poste sulla facciata della Prefettura di Latina, realizzate in occasione della visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Virgilio lavorerà fino all’età di ottantacinque anni: verrà a mancare il 22 giugno 2021.

Virgilio Bono con il giornalista suo cliente Bruno Vespa

L’incontro con la moglie Fidelma e la figlia Daniela

Non vedevo Daniela forse dalla fine della terza media, ma quando incontri un compagno di scuola il tempo sembra fermarsi: in un attimo tornano le stesse emozioni, la stessa confidenza. Rivederla è stato come riaprire una porta sul passato. Parlando con lei e con la mamma Fidalma, ho riscoperto la figura straordinaria del Cavaliere Virgilio Bono.

Daniela che tipo era tuo papà?

“Era una persona simpatica, allegra, espansiva. A casa, però, era anche autoritario: si faceva solo ciò che diceva e voleva lui. Alternava momenti di rigore ad altri più leggeri: era felice quando portavamo gli amici a casa. Considera che casa nostra era un vero porto di mare. Mio padre ha girato il mondo e, ovunque andasse, riusciva a fare amicizia. Poi invitava tutti a Latina. Per noi era normale vedere per casa cileni, americani, tedeschi…”

Signora Fidelma suo marito era autoritario anche con lei?

“Diciamo che con il tempo ho imparato a gestirlo. Era una persona di carattere e se si metteva in testa una cosa era impossibile fermarlo e allora lo lasciavo fare. Con lui ho viaggiato molto e ho conosciuto tante persone, che poi, alcune di queste, ospitavamo a casa. Certo era stancante, ma è stato anche un accrescimento culturale. Comunque Virgilio è stato un grande personaggio”

Opera del maestro Virgilio Bono in onore della sua città

Di Virgilio Bono restano le opere, certo, ma soprattutto l’esempio. Nella sua bottega si respiravano il profumo del ferro scaldato e quello, più sottile, della passione autentica per il lavoro fatto ad opera d’arte. Con le mani forgiava la materia, ma con il cuore dava forma alla bellezza. Chi lo ha conosciuto ricorda la sua ironia, la sua gentilezza e quella curiosità che non lo ha mai abbandonato. Oggi, a distanza di anni, il suo nome continua a brillare come il rame delle sue creazioni: lucente, resistente, eterno… proprio come il legame che unisce il suo nome alla città di Latina.

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