Primo Marzolla, tra i primi calzolai di Littoria

Primo Marzolla, tra i primi calzolai di Littoria

Nell’Agro Pontino le calzature più usate erano gli stivali di gomma, non a caso c’era una zona chiamata Gnif e Gnaf (Borgo Santa Maria) per il rumore degli stivali negli acquitrini della palude. Dopo la fondazione di Littoria, finalmente le persone iniziarono a camminare con normali scarpe di cuoio. Alcuni calzolai le realizzavano pure su misura. Tra questi, Primo Marzolla.

Emanuele Cristofoli “Laccio”, il coreografo pontino alla conquista del mondo

Emanuele Cristofoli “Laccio”, il coreografo pontino alla conquista del mondo

Nel nostro territorio la mescolanza delle varie “etnie”, concedetemi il termine, hanno prodotto talenti puri in ogni settore: dalla musica alla moda, dalla ricerca scientifica allo sport… storie incredibili di personaggi pontini di cui si potrebbero scrivere libri e magari girare pure qualche film. L’ultimo personaggio che ho scoperto è legato a una storia che ho già raccontato, quella di Ivo Cristofoli, il meccanico geniale che stupì gli ingegneri della Honda. Lui è il nipote, ma con la meccanica non c’entra nulla. La rivista americana di moda “W” lo definisce “youthquake”, giovane terremoto; Vogue, invece, dice di lui: “Giovane talento con la faccia d’angelo di Botticelli, ma con lo spirito di Johnny Rotten” (Frontman dei Sex Pistols). Il suo nome è Emanuele Cristofoli in arte “Laccio”.

Diaphorà: dove la diversità fa rima con inclusività

Diaphorà: dove la diversità fa rima con inclusività

<> queste le parole di una senatrice in occasione del Gay pride organizzato a Latina nel 2017, dopo che un buontempone aveva scritto “W la figa”. In quella circostanza scrissi una lettera per raccontarle un po’ di storia della città. Quelle parole mi sono tornate in mente qualche settimana fa, quando sono andato alla Diaphorà: un’associazione che si occupa di ragazzi con varie disabilità, dove l’inclusione è il primo comandamento. Ecco, vi voglio raccontare di questa realtà incredibile che non conoscevo, anzi che conoscevo solo per sentito dire. Una realtà che brilla per inclusione, a dispetto di tutti quelli che non conoscono Latina e parlano senza sapere la nostra storia. Sono passati novant’anni, ma ancora paghiamo lo scotto della città nata sotto il fascismo.

Corrado Serra: l’Elettrauto Bolognese

Corrado Serra: l’Elettrauto Bolognese

Molti emiliani giunsero nell’Agro Pontino, quando furono terminati i lavori di bonifica in Emilia-Romagna, nella zona di Ferrara. Rimasti disoccupati, si spostarono in massa per lavorare in quella integrale delle paludi pontine. Erano operai agricoli, chiamati anche scariolanti, muniti solo di pala e carriola.  Il loro duro lavoro consisteva nel trasportare la terra nella zona paludosa, per alzare il livello del terreno. Quando l’Opera Nazionale Combattenti mise a disposizione le case poderali per le famiglie più numerose e disagiate del Nordest, arrivarono altri emiliani, insieme ai veneti e friulani. Con la nuova città di Littoria ci furono molte opportunità di lavoro: dagli anni Trenta, fino al secondo dopoguerra, fu l’unico luogo in Italia che lo permetteva. Il passaparola tra i vari compaesani fu determinante. Lo fu anche per l’emiliano Corrado Serra, uno dei primi elettrauto della città, arrivato subito dopo la liberazione.