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Angelo Giovinazzi: 50 anni di moda “IN” Piazza della Libertà

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la moda italiana si apre a una nuova luce, intrecciando colori, forme e desideri di novità. Arriveranno i nuovi stilisti che poi avrebbero segnato la storia d’Italia. In quel clima di trasformazione, nel 1972 Angelo Giovinazzi, dopo anni di gavetta, scelse di scrivere la sua storia aprendo IN, una delle prime boutique da uomo a Latina, in Piazza della Libertà, luogo simbolo della gioventù e del fermento cittadino di quel tempo. Da quel momento, tra stoffe, tagli e nuove tendenze, Angelo ha attraversato mezzo secolo di moda, diventando un punto di riferimento per intere generazioni di clienti fino alla chiusura del suo storico negozio, avvenuta nel 2024. La sua avventura non racconta solo abiti e accessori, ma il cambiamento di un’intera epoca. Oggi, Angelo, nonostante i suoi ottantatré anni, si veste ancora con il suo stile classico-moderno senza tempo.

Come spesso accade, vago per la città in cerca di storie da raccontare. Qualche giorno fa, guidando senza una meta precisa, mi sono ritrovato in Piazza della Libertà, luogo simbolo della mia gioventù. Il famoso “giro di Peppe” terminava proprio lì, in quella piazza che per noi ragazzi era il cuore del mondo. Sotto al porticato, il mio sguardo è caduto su un cartello con la scritta “CHIUDE”. Chi mi legge sa quanto mi feriscano quei cartelli, perché non segnano soltanto la fine di un’attività, ma anche di un pezzo di vita.

Il negozio in questione era la boutique IN, che ricordo lì da sempre, sin da quando adolescente muovevo i primi passi al “giro”. Dietro quella vetrina, però, c’era molto più di un negozio: c’era una storia da raccontare… all’interno il proprietario, l’impeccabile Angelo Giovinazzi, che non avevo mai avuto il piacere di conoscere di persona, ma solo di vista.

Latina Piazza della Libertà: l'ingresso della storica boutique IN di Angelo Giovinazzi

Mi sono fatto coraggio ed ho varcato la soglia. All’interno l’impronta inconfondibile del designer Tonino D’Erme. Ho spiegato ad Angelo che sto ricucendo la storia della città e dei suoi personaggi. In un primo momento è rimasto perplesso, ma alla fine sono riuscito a strappargli un appuntamento. Quando sono uscito, la sua storia la sentivo già scorrere nella mia penna.

Angelo Giovinazzi figlio di uno dei primi portalettere di Littoria

Angelo Giovinazzi nasce il 2 giugno 1942 a Palagianello, in provincia di Taranto. È il secondo di quattro figli: prima di lui Antonio, poi Rachele e infine Annunziata. Il padre, Cosimo, vende il tufo estratto dai terreni di famiglia, ma è un lavoro che non sente suo. Ogni tanto sostituisce un cugino portalettere quando questi deve assentarsi, e sarà proprio quest’ultimo a consigliargli di cercare fortuna altrove, nella nuova città di Littoria, che stanno per inaugurare.

Proprio lì, infatti, si sta completando il palazzo delle poste: la domanda di Cosimo viene subito accolta. All’inizio del 1933 raggiunge Littoria e diventa uno dei primi portalettere della nuova città. Non avendo alcun appoggio, per diversi mesi dorme all’interno del palazzo postale, nei sacchi di corda per le lettere. Poi, finalmente, ottiene un piccolo alloggio nel primo lotto delle case popolari appena costruite.

Littoria 1933 al centro Cosimo Giovinazzi uno dei primi portalettere di Littoria

Dopo la nuova sistemazione lo raggiunge la moglie Maria Carmela. I primi tre figli, Antonio, Angelo e Rachele vengono concepiti a Littoria, ma nascono nel loro paese d’origine, dove Maria Carmela può contare sull’aiuto di sua madre. Solo l’ultima, Annunziata (Tina), viene alla luce a Latina, dopo la guerra, con l’assistenza dell’ostetrica Maria Cocco. Negli anni Quaranta, però, Cosimo viene arruolato e mandato al fronte. Per sua fortuna è destinato all’infermeria in Albania.

Anni '40 Antonio e Angelo Giovinazzi

Poi ritornato a Littoria per una licenza non è più partito. Con lo sbarco di Anzio, Cosimo, Maria Carmele e i loro due figlioletti spesso sono costretti a rifugiarsi nell’antiaereo della città, finché non vengono sfollati dai tedeschi: troveranno ospitalità in un podere a Borgo Grappa.

L’infanzia e i primi lavori

I bambini delle case popolari, senza più paure, tornano a giocare e a correre liberi sui prati accanto alle loro abitazioni. Ma la guerra lascia sempre strascichi. Un giorno Antonio e il fratellino Angelo stanno giocando, quando vedono due ragazzi più grandi armeggiare con un oggetto metallico. All’improvviso esplode: i due muoiono sul colpo, mentre i due fratelli vengono colpiti da alcune schegge. Per fortuna le ferite non sono gravi, ma le cicatrici e quel ricordo terribile gli rimarranno impressi per sempre nella loro memoria.

Dopo le scuole elementari, frequentate tra Piazza Dante, via Tasso e la Casa del Contadino con il maestro Aversa, Angelo prosegue con la scuola d’avviamento. Intanto la famiglia cambia casa: quella del primo lotto è ormai troppo piccola per sei persone. Concluse le scuole dell’obbligo, Angelo trova lavoro come ragazzo di bottega in un negozio di elettricità in via Duca del Mare, ma quel mestiere non lo appassiona. Così, grazie all’aiuto del padre, fa una prova nel negozio di abbigliamento di Mimmo D’Ercole.

Latina Lido anni '60: Angelo Giovinazzi al centgro con due amici, a sx Umbertino Duprè a dx Giannino Sciarretta

Angelo rimane subito affascinato da quel lavoro: sembra nato per fare quel mestiere, e il signor D’Ercole se ne accorge tanto da assumerlo subito. Comincia a vendere le prime confezioni da uomo e da donna, entrando sempre più nel vivo del commercio. Nel 1962, però, è costretto a partire per il servizio militare in Aeronautica. Dopo tre mesi trascorsi a Viterbo, grazie all’intervento del parroco di Santa Maria Goretti, don Renato Di Veroli, viene destinato alle Casermette di Borgo Piave. Terminato il servizio di leva, rientra al lavoro.

Anni '70: Angelo Giovinazzi con l'amico Silvio Rosella

L’incontro con Laura e l’apertura della boutique IN

L’esperienza da D’Ercole si conclude quando il signor Burlina, proprietario della Casa Veneta del Tessuto, in via Eugenio di Savoia gli propone di lavorare nel suo negozio, affidandogli il reparto uomo e offrendogli anche uno stipendio più alto. Angelo, che ha voglia di migliorarsi, accetta senza esitazioni. La scelta si rivela vincente: la clientela apprezza subito il suo buon gusto e la sua capacità di consigliare. Quando serve, dà una mano anche nel reparto donna, ed è proprio lì che nota una ragazza che passa spesso a comprare tessuti per la madre.

Si chiama Laura Silvestri e proviene da una famiglia di ristoratori molto nota in città. Suo padre, Ovidio, gestisce il ristorante Villa Mimì e in seguito aprirà l’albergo “Il Gabbiano” sul lungomare di Latina, mentre il nonno, Virgilio Silvestri, è il primo ristoratore di Littoria con il ristorante Impero. Angelo e Laura iniziano a frequentarsi e nel 1969 si sposano. Dalla loro unione nascono i primi due figli, Gianluca e Gianpaolo. Forte di quattordici anni di esperienza e con il desiderio di mettersi finalmente in proprio, Angelo compie il grande passo.

Fine anni '60: Laura Sivestri con Angelo Giovinazzi

Nel 1972 apre la prima boutique da uomo a Latina, proprio in Piazza della Libertà, luogo di ritrovo per centinaia di giovani. Qualche anno più tardi nasce anche il terzo figlio, Lauro. Sono gli anni d’oro della moda italiana: le grandi firme dettano lo stile e l’eleganza diventa un segno distintivo. Angelo propone solo capi firmati e di alta qualità, conquistando così una clientela che lo riconosce presto come punto di riferimento per chi vuole vestirsi con classe.

Angelo e Laura con i loro tre figli Gianluca, Gianpaolo e Lauro

Fino al 2000 l’attività vive una stagione felice, poi arrivano le crisi economiche e cambiano anche le abitudini nel vestire. Eppure Angelo non tradisce mai la sua idea di moda: continua a credere nella qualità, rimanendo fedele al suo stile e alla sua visione. Ma il tempo scorre inesorabile e, alla fine, la decisione di chiudere diventa inevitabile. È una scelta dolorosa, ma che non cancella ciò che la boutique IN ha rappresentato per oltre cinquant’anni.

L’incontro con Angelo Giovinazzi

Nelle vetrine ormai vuote resta riflessa la memoria di un’epoca. Un’epoca irripetibile, segnata dalla crescita continua della città. Quando entro nel negozio, ormai chiuso e semivuoto, trovo Angelo seduto, immerso forse nei suoi tanti ricordi. Ha ottantatré anni, ma non li dimostra: è vestito con il suo stile inconfondibile. Con lui entro subito in confidenza. Della città, ammetto, conosce molto più di me, e non mi resta che ascoltare, perché dalle persone più grandi c’è solo da imparare. Soprattutto da un commerciante della sua generazione.

Angelo ormai hai chiuso l’attività da quasi un anno. Cosa ti rimane di oltre mezzo secolo di lavoro?

“Sicuramente bellissimi ricordi. Ho fatto il lavoro che volevo fare e con tanta passione. Qui, in questo negozio, mi sono realizzato. E oggi sono un uomo felice, anche se purtroppo ho perso mia moglie qualche anno fa”

Cosa ricordi del giro di Peppe?

“Io il giro l’ho vissuto dalle vetrine dei negozi in cui ho lavorato. Vedevo ragazzi e ragazze della mia età girare per ore, anche quaranta volte, ma quando uscivo dal lavoro non c’era già più nessuno”

I tuoi figli non hanno voluto continuare con l’attività?

“Mi hanno dato una mano per un po’, ma poi hanno scelto strade diverse”

Come è cambiato il modo di vestire?

“Sicuramente in peggio. Prima si badava alla qualità, oggi non è più così”

Cosa farai adesso?

“Il nonno, felicemente il nonno”

Angelo con i suoi tre figli

Le vetrine sono vuote, ma raccontano ancora. Raccontano di una gioventù che si specchiava per sognare, di una città che cresceva insieme alla sua moda, di un uomo che ha creduto nella qualità e nel gusto. Oggi il negozio non c’è più, ma la storia di Angelo e della sua boutique rimane scritta nella memoria di Latina.

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