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Maria Cocco: l’ostetrica di Littoria e prima consigliera di Latina

Questa è la storia di una donna che ha intrecciato la propria vita con quella di un’intera comunità. Si chiamava Maria Cocco: l’ostetrica di Littoria. Una figura straordinaria, capace di lasciare un segno non solo nelle vite di migliaia di bambini che ha fatto nascere, ma anche nella storia civile della città, come prima consigliera comunale donna di Latina. Qualche anno fa avevo già provato a raccontarla, quando le notizie a disposizione erano frammentarie. Da allora non ho mai smesso di cercare, di inseguire le sue tracce. Perché questo impegno? La risposta è semplice: sono nato grazie a lei, e con me intere generazioni di cittadini. Per questo credo sia giunto il momento di dedicare qualcosa a questa donna che, per quei tempi, è stata davvero rivoluzionaria.

Questo racconto avrei potuto chiamarlo “Maria Cocco 2”, perché quattro anni fa avevo già scritto un articolo dedicato a lei sulla rivista web Fatto a Latina. Ma non ne ero affatto soddisfatto: mancavano troppi tasselli, troppe storie non ancora emerse. Da allora ho cercato di approfondire, perché della signora Cocco volevo saperne di più. Poi qualche settimana fa, mi è arrivato inaspettatamente un messaggio da una sua nipote, Federica Benvenuti, ringraziandomi per il mio racconto. L’ho preso come un segno del destino e così mi sono deciso. Per chi non avesse letto l’articolo precedente, ecco chi era Maria Cocco:

Maria Cocco è stata una delle prime ostetrica di LittoriaLatina e ha fatto nascere migliaia di bambini tra il 1932 e il 1974. La si vedeva pedalare in bicicletta, notte e giorno, di casa in casa, fino ai borghi più lontani, dove era considerata quasi un mito. Basti pensare che Littoria, dall’anno della fondazione, in appena quattro anni arrivò a ventimila abitanti. La signora Cocco, così la chiamavano tutti, non si fermava mai. Nei parti più complicati, persino i medici si rivolgevano a lei per la sua straordinaria competenza.

1932: Littoria e la miriade di poderi nelle sua immediata periferia

Maria Cocco dalla Sardegna a Littoria, passando per Roma

Maria Rosaria Giuseppa Cocco nasce a Cagliari il 4 gennaio 1906. Figlia di Antonio, che lavora come infermiere nell’ospedale della città, e di Grazia Pasei. Fin da ragazzina si mostra decisa e sicura di sé: sa sempre ciò che vuole, non si lascia intimidire e trova il modo di cavarsela in ogni situazione. Dopo gli studi sceglie di diventare ostetrica. Frequenta la scuola professionale, istituita proprio per dare una formazione specifica alle levatrici. L’insegnamento si basa sull’esperienza diretta e sulla pratica quotidiana, più che sulla teoria.

Dopo il tirocinio inizia a praticare la professione in piena autonomia, perché Maria è una ragazza libera e non vuole padroni. I suoi genitori, conoscendo bene il suo carattere determinato, non la ostacolano quando, nel 1932, a soli ventisei anni decide di trasferirsi da sola a Roma. Nella Capitale viene a conoscenza che sta per essere inaugurata Littoria, una nuova città sorta dalla bonifica dell’Agro Pontino. È convinta che lì, in quella terra, nasceranno tanti bambini, e lei vuole essere pronta ad accoglierli.

Ma non ci sono case disponibili. Decide così di fare la pendolare. La sua intuizione si rivela giusta: ogni giorno a Littoria arrivano famiglie da tutta Italia, e con loro un bisogno crescente e incessante di assistenza alle nascite. I medici sono pochi e non riescono a far fronte a tutte le richieste delle partorienti. A Maria Cocco, in ospedale, l’accoglierebbero a braccia aperte. Ma lei, già forte e consapevole della sua esperienza, scieglie di restare una libera professionista. Per l’epoca, una scelta davvero rivoluzionaria.

Il trasferimento a Littoria

Ben presto anche i medici imparano a stimarla: nei parti più difficili, non esitano a chiederle consiglio. Solo nel 1937 riesce a trasferirsi definitivamente a Littoria. Da allora Maria percorre la città in bicicletta, a ogni ora del giorno e della notte, entrando nelle case dove stanno per nascere bambini. Si spinge fino ai borghi più lontani, dove diventa un vero mito. È facile vederla pedalare nel buio, quando un neonato non ha voluto attendere la luce del giorno.

Maria è una donna Instancabile, dal tono apparentemente burbero, ma chi la conosce davvero sa quanta tenerezza nasconda dietro quell’aria severa. Il suo lavoro non si ferma al parto: dirà a una sua collega: “Il parto è solo l’inizio, poi le mamme hanno bisogno di aiuto ed essere accompagnate fino alla menopausa”. E lei è sempre disponibile, anche per chi non può permettersi di pagare le sue prestazioni.

Il salesiano Don Carlo Torello primo parroco di Littoria

Ma Maria ha anche una vita privata: in città stringe nuove amicizie e nei primi anni Quaranta incontra Giovanni Benvenuti, un ragioniere commercialista molto noto a Littoria, è di origine toscana, di Pisa. È un bell’uomo, un po’ più giovane di lei, di famiglia agiata. Vive con la mamma, Anita, e la nonna. I due subito si piacciono e iniziano a frequentarsi, anche se la mamma e la nonna di Giovanni sono contrarie. Troppo emancipata quella donna che vive da sola e non ha paura di mostrare il suo carattere deciso.

Littoria: Chiesa di San Marco anni Quaranta

Nonostante la resistenza della famiglia di lui, i due convolano a nozze il 2 settembre 1943, in piena Seconda guerra mondiale. Il matrimonio lo celebra Don Carlo Torello, parroco di San Marco, di cui Maria Cocco nutre profonda stima.

L’ingresso in politica: la prima consigliera comunale donna a Latina

Finita la guerra, il 7 giugno 1945 Littoria cambia nome e diventa ufficialmente Latina. Poco meno di un anno dopo, il 7 aprile 1946, si tengono le prime elezioni amministrative: per la prima volta nella storia votano anche le donne. Tra i candidati consiglieri c’è Maria Cocco, che si presenta nelle file del Partito Repubblicano. Sarà eletta, in un confronto serrato che vede i repubblicani superare di poco la Democrazia Cristiana.

Maria, emozionata e consapevole del momento storico, il 28 aprile 1946 partecipa al primo consiglio comunale, che si svolge nel palazzo della Prefettura, poiché il palazzo comunale è ancora gravemente danneggiato dalla guerra. In quell’occasione viene eletto il primo sindaco di Latina: il repubblicano Fernando Bassoli.

In quella legislatura Maria entra a far parte di un comitato per il ripristino degli arredi scolastici, andati perduti durante la guerra. L’iniziativa viene proposta dalla seconda consigliera comunale, la dottoressa Antonietta San Martino, e Maria vi aderisce con convinzione, consapevole dell’importanza di restituire normalità e futuro ai bambini della città, a cui lei è tanto legata.

Maria Cocco presidente dell’ordine delle ostetriche

Oltre all’esperienza in consiglio comunale, Maria Cocco ricopre anche un ruolo di grande rilievo professionale: viene eletta presidente del Collegio delle Ostetriche della Provincia di Latina, incarico che mantiene fino al 1950. Nei tre anni successivi resta come consigliera, per poi tornare presidente dal 1955 al 1960. Alle elezioni amministrative del 1951 sceglie di non ricandidarsi, ponendo fine alla sua esperienza politica. Ma, nonostante i tanti incarichi, non abbandonerà mai la sua vera vocazione: la professione di ostetrica.

la firma della presidente Maria Cocco in un documento del Collegio Provinciale Ostetriche

Continuerà a far nascere bambini, instancabilmente, fino al 1974. Poi la malattia del marito la costringerà, con grande dolore, a lasciare Latina. Si trasferiranno a Mezzanino, in provincia di Pavia, dove vivono alcuni suoi parenti. Purtroppo si ammalerà anche lei. Il marito Giovanni verrà a mancare nel 1978, mentre la leggendaria ostetrica morirà a Pavia in completa solitudine, l’8 maggio1979, in una residenza ospedaliera, lontana dalla sua amata comunità, dove ha fatto nascere un’infinità di bambini. Ironia della sorte, Maria Cocco non ha potuto avere figli.

Le testimonianze

L’ostetrica Bruna Sibio (stralcio intervista del 19 settembre 2021)

“Arrivai dalla Calabria nel 1970, destinata all’ospedale Santa Maria Goretti. In quell’ambiente sentii nominare più volte l’ostetrica Maria Cocco: per tutti era un mito. Così decisi di andarla a conoscere. Mi presentai nel suo studio con un po’ di timore reverenziale, ma lei mi accolse con una disponibilità disarmante. Poi vinsi il concorso e divenni effettiva a Latina. Prima ancora di prendere servizio, sentii il bisogno di tornare da lei. Non so spiegare il motivo, forse cercavo sicurezza. Quella donna aveva un grande carisma, e quella sicurezza lei seppe trasmettermela”

L’amica Giusi Caddeo Del Grande

“Con me la Cocco aveva un rapporto amichevole. Ricordo ancora la sua voce forte e imperativa al momento giusto. Un’infermiera mi raccontò che in una casa colonica dove la Cocco era andata con un giovane medico, il parto si presentava  molto difficile. Il medico era indeciso e preoccupato, il bimbo era in sofferenza e rischiava di morire, non c’era tempo da perdere. La Cocco scansò il medico e fece tutto da sola e andò bene. Poco prima che morisse mi scrisse una lettera, diceva di sentirsi sola e abbandonata e che la vita non era stata benevola con lei. Mi fece capire quanto le fosse mancata la maternità”

La storia di Maria Cocco non appartiene solo al passato: è un patrimonio civile che merita di essere custodito. Per questo sarebbe bello che Latina le dedicasse un luogo simbolico: il reparto di ostetricia dell’ospedale, o anche una strada della città, perché il suo nome resti legato, in eterno, alla comunità che ha visto nascere e crescere grazie a lei… restando così per sempre accanto ai suoi bambini.»

Ringrazio la gentile funzionaria dott.ssa Veronica Zini e la responsabile dott.ssa Mariafrancesca D’Adamo, dell’Ufficio Stato Civile di Latina. Inoltre ringrazio Roberto Macchiarulo e la direttrice Libera Marta Pennacchi dell’Archivio di Stato di Latina. Preziosi custodi di documenti che hanno reso possibile la ricostruzione storica di Maria Cocco.

(Nella foto di copertina: Maria Cocco al centro a sx Giusi Caddeo Del Grande e a dx una neo mamma)

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