A Roma, sul Palazzo della Civiltà dell’Eur, capeggia la scritta: <<Un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori>>. Ogni tanto questa frase mi torna in mente e penso alla mia città con la sua breve storia, anche se breve non è, perché ogni persona arrivata qui ha portato la sua da altri luoghi. Di trasmigratori ne abbiamo in abbondanza, di navigatori pochi, mi viene in mente l’amico Francesco Prandi. Scienziati: penso a Ennio Tasciotti. Pensatori: chissà?! Santi: Maria Goretti, la Santa bambina. Eroi: Valerio Catoia, il ragazzo down che ha salvato la vita a una bimba dall’annegamento. Artisti tanti, in ogni settore dell’arte. Infine, i poeti: senza dubbio Renato Gabriele, di cui voglio raccontare la sua storia.
Latina ha diverse personalità che primeggiano anche a livello internazionale. Eccellenze che nemmeno conosciamo. Ad esempio, in pochi sanno che la ricercatrice Barbara Ensoli, Direttore del Centro Nazionale per la Ricerca su HIV/AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, è di Latina. Lo stesso vale per Ennio Tasciotti, considerato tra gli scienziati più influenti al mondo…
Forse si fa troppo poco per far conoscere queste eccellenze, credo sia il difetto principale della nostra città. Nel mio piccolo, quando riesco a incontrarli, cerco di dare loro la meritata visibilità, così come cercherò di fare con Renato Gabriele, grande poeta di Latina. Amo la poesia e alcune volte mi sono pure dilettato in qualche verso, ma poi la sperimentazione è finita lì. Capire le poesie non è cosa semplice, bisognerebbe prima conoscere la vita dei poeti e poi leggere le loro poesie, dove lì nascondono le anime belle o inquiete che siano.
La storia di Renato Gabriele il “Poeta”
Renato Gabriele nasce a Caserta il 6 marzo del 1943, è il secondo di tre figli. Il padre, Luigi, è un pittore restauratore, laureato nell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Lavora nella Reggia di Caserta dove restaura le opere d’arti danneggiate dal sisma del 1931. Lì conosce Filomena una ragazza molto più giovane di lui, figlia di un dipendente che vive nella reggia insieme alla sua famiglia.
Luigi è in stretto contatto con i reali: il principe Umberto II e la moglie Maria Josè del Belgio. Lo tengono in alta considerazione per la sua competenza artistica. Ma poi, con le nuove leggi che impongono a tutti i lavoratori la tessera di partito, sarà costretto ad abbandonare il lavoro. Essendo un convinto monarchico antifascista è considerato oppositore del regime. Economicamente cadrà in disgrazia, ma tramite le sue passate conoscenze riuscirà a trovare lavoro in Abruzzo, vicino L’Aquila. Un importante imprenditore lo prende a lavorare nella sua fabbrica di ceramiche.
Proprio in quel periodo Filomena è incinta di Renato, ma lo partorirà nella Reggia di Caserta assistita dai suoi genitori. Lo farà battezzare nella cappella reale dove si è anche sposata. Renato, le scuole elementari inizia a frequentarle a L’Aquila, ma dopo la morte improvvisa del padre le continuerà tra Roma, Caserta. Gli ultimi due anni, in un collegio di Orvieto, nell’antico palazzo Sforza Monaldeschi della Cervara. Per le scuole medie farà ritorno a Caserta. Le frequenterà all’ultimo piano della Reggia e dovrà salire ogni giorno 152 gradini.
La frequentazione della Reggia di Caserta, porterà Renato a prendere visione di una dimensione architettonica diversa, quella barocca e neoclassica. Gli alti soffitti, gli affreschi, gli arredi barocchi… Si nutre di arte, respira cultura. La sua formazione sarà contaminata per sempre dalla bellezza inconfondibile della Reggia e, in parte, dal palazzo Monaldeschi di Orvieto, negli anni di collegio. Tutto ciò, verrà fuori nella sua scrittura, praticata già da bambino.
Il suo maestro gli predirà un futuro da scrittore, perché in ogni concorso letterario organizzato dalla scuola, risulterà vincitore. Ma Renato è anche affamato di lettura: ogni giorno frequenta la biblioteca di Caserta e legge i maggiori autori americani: John Steinbeck ed Ernest Hemingway. Per cui la scelta di frequentare il liceo classico della sua città, tra i più antichi d’Italia, appare naturale. Non avrebbe potuto scegliere miglior scuola per le sue attitudini. Terminata la maturità classica si iscrive a Legge, all’università di Napoli.
Ha diciannove anni, quando entra a lavorare al Banco di Napoli e, a due esami dalla laurea, abbandonerà gli studi. Nel 1963 verrà trasferito nella sede di Latina, dove conosce una giovane collega, Annabella Minetti. Dopo due anni, tra loro, scocca la scintilla. Si fidanzeranno e nel 1967 convoleranno a nozze. Dal loro matrimonio nasceranno Roberto e Valentina. Intanto Renato, nei momenti liberi, continua a coltivare la sua passione: la scrittura. Scrive poesie e le mette nel cassetto in attesa di pubblicarle.
Ha trent’anni, quando decide di mandare in stampa il suo primo libro di poesie. Si affida a un piccolo editore di Caserta. I suoi versi piacciono e questo lo spingerà a incrementare le sue composizioni. Affina la tecnica poetica e arrivano altre pubblicazioni, fino a classificarsi al secondo posto, nel 1979, in un importante premio letterario, organizzato a Reggio Calabria, il “Rhegium Julii”. Quell’evento lo porterà ad essere conosciuto in tutta Italia. Nel 1989, nello stesso premio si ripeterà, classificandosi nuovamente secondo.
Seguiranno tante altre partecipazioni in premi letterari in cui risulterà tra i primi, come il “Renato Serra” di Santa Severa, dedicato al poeta morto in battaglia nella Prima guerra mondiale. Il Premio Pisa e il Premio Salveti, consegnato in Campidoglio. Nel 1992, una sua opera verrà selezionata per il premio Viareggio. e per i romanzi, selezionato per ben due volte al Premio Campiello. Renato potrebbe sentirsi appagato, ma è uno sperimentatore: vuole esplorare e cimentarsi in altre sezioni letterarie. Inizia a dedicarsi alla saggistica, al teatro e alla narrativa, senza mai abbandonare la poesia.
Renato Gabriele e la Polonia
Nel 2005, in una serata privata con diversi intellettuali, legge una poesia: “Elegie del cercatore di conchiglie”. Tra i presenti una docente universitaria polacca che rimane affascinata da quei versi. Dopo una breve conversazione si scambiano i contatti. Dopo tre mesi, arriva, con suo stupore, un invito per una tournée in Polonia, in quanto la docente ha fatto tradurre diverse sue poesie. Sarà l’inizio di un importante percorso, che porterà il poeta a un rapporto molto stretto con la cultura e la poesia polacca.
Per via di questo rapporto, il governo polacco, nel 2011, gli conferirà l’onorificenza di “Cavaliere Benemerito della Repubblica di Polonia”. Nel 2018 sarà ospite d’onore ella rassegna dell’Ente Culturale dell’Unione Europea a Varsavia, in cui è stata organizzata la manifestazione: “Versi in città”. In tutta Varsavia vi sono centinaia di cartelloni, con la foto del poeta e alcuni suoi versi, che annunciano l’evento. Per pubblicizzare il tutto, verranno distribuiti duecentomila volantini. All’arrivo, Renato rimane stupito, nel vedere la sua immagine finanche sui bicchierini di carta nei bar della città.
Nel 2020, nel Museo Nazionale di Varsavia, vincerà il premio letterario dedicato al grande filosofo e poeta polacco Leopold Staff. Renato Gabriele è l’unico italiano a esibirsi nel teatro settecentesco di Varsavia. I suoi versi saranno recitati in italiano e in lingua polacca.
L’incontro con il poeta
Renato Gabriele l’ho conosciuto grazie alla mia amica Emanuela Gasbarroni, sono stato anche a qualche sua presentazione. Un uomo di grande cultura. Le sue opere sono capolavori scritti con un linguaggio complesso, ma che ti avvolgono e avvincono nella loro naturalezza. Incontro il “Maestro” al mio caffè letterario preferito, il bar Mimì. Ha superato gli ottanta, ma sembra un ragazzino. Conserva ancora una leggera cadenza campana, a me molto familiare, nonostante sia arrivato a Latina più di sessanta anni fa.
Renato, uscirà a breve la tua ultima fatica letteraria, di cosa si tratta e che titolo ha?
“È una raccolta di poesie di tematica filosofica in senso lato. È una riflessione sul mondo e sulla storia. Il titolo è Crono Inverso”
I tuoi impegni futuri?
“Il 25 ottobre sarò ospite in Polonia nella città di Lodz, dove si terrà il festival intitolato al loro illustre concittadino musicista, Arthur Rubinstein e incontrerò gli studenti dell’università di italianistica. Leggerò alcuni miei componimenti con susseguente dibattito. Inoltre, sta per essere tradotto il mio terzo libro di poesie da Maria Blasinska Moraviec per la cura di Silvia Bruni. La postfazione è di Emanuele Vezzoli. La casa editrice è Austeria di Cracovia con filiale in Italia”
A Latina ti hanno mai invitato nelle scuole?
“Sì, ho tenuto diversi seminari in diverse scuole di Latina”
E nel resto d’Italia?
“Sono stato ospite in alcune università italiane: a Roma, Padova, Napoli… inoltre ho fatto performance di poesia in tutte le parti d’Italia”
Ti hanno mai conferito qualcosa a Latina?
“Ho avuto una targa di riconoscimento sia dal Comune di Latina che quello di Roma”
Secondo te di cosa necessiterebbe la cultura a Latina?
“Sicuramente di luoghi deputati all’incontro dei vari segmenti culturali. Non dimentichiamo che abbiamo eccellenze della cultura che sono conosciute in tutto il mondo e qui sono ignorate, come Massimiliano Farau, Enrico Terrinoni, Fabio Pedone, Roberto Prosseda…”
Renato Gabriele è un personaggio positivo, proiettato verso nuovi traguardi. Ma è altresì legato ai suoi tanti ricordi, che traspaiono nei suoi componimenti. Certo, rispetto al suo dotto scrivere, nel raccontarlo, ho avvertito po’ di imbarazzo per il mio semplice lessico. Spero di non aver tradito troppo le sue aspettative.
Per il nostro caro poeta proporrei la Cittadinanza Benemerita, al nostro Comune, ricordando che tale riconoscimento si dà anche ai vivi.