Emiliano Miliucci: l’influencer di Latina con una vita normale che appassiona

Emiliano Miliucci: l’influencer di Latina con una vita normale che appassiona

Facendo una ricerca, pare che la prima influencer al mondo sia stata la regina Carlotta d’Inghilterra. Già nel 1760, un vasaio di paese si prese l’onere di creare un set da tè per la Regina affinché questa lo promuovesse come “il vasaio di Sua Maestà”. Da quel momento in poi, l’astuto vasaio divenne il precursore del marketing, e la Regina Carlotta prima influencer al mondo. I social network arriveranno duecentoquarantaquattro anni dopo. Oggi, in Italia, lo scettro femminile appartiene a Chiara Ferragni, con quasi ventinove milioni di follower. A Latina, invece, troviamo Emiliano Miliucci con quarantatremila follower. Numeri diversi, ma diversi anche i contenuti. Lei mostra la vita scintillante e patinata della sua famiglia, mentre Emiliano, con ironia, la vita di una normale famiglia italiana. Vi racconto la sua storia, che si intreccia un po’ con la mia.

La storia di Don Mario: dalle Lestre a San Luca

La storia di Don Mario: dalle Lestre a San Luca

Tra le numerose storie dei personaggi di Littoria, poi divenuta Latina, ho raccontato le vicende di diversi medici che hanno svolto un ruolo fondamentale prima e dopo la fondazione della città. Un altro pilastro della nuova comunità pontina fu senza dubbio la Chiesa, a cominciare dal primo parroco di San Marco, Don Carlo Torello, un piccolo grande uomo che guidò la comunità con saggezza e coraggio anche durante la guerra. In seguito, altri sacerdoti si adoperarono per il bene della comunità, lasciando un’impronta indelebile nella storia della nostra città. Tra questi Don Mario Sbarigia, scomparso poco più di un anno fa. La sua storia merita di essere raccontata…

Tonino Loggia: una storia di lavoro e di amicizia e il suo contributo a Latina

Tonino Loggia: una storia di lavoro e di amicizia e il suo contributo a Latina

Se negli anni Trenta arrivarono a Littoria ventimila persone, nel dopoguerra il loro numero raddoppiò. Latina divenne così l’eldorado italiano, o almeno il luogo con le maggiori opportunità di lavoro, un piccolo miracolo dopo la devastazione della guerra. Raccontando la città, mi accorgo sempre più spesso che da alcune storie emergono altre storie: adoro questi intrecci, perché ogni volta che penso di aver concluso le narrazioni, ecco che dal cilindro ne escono altre. È proprio ciò che è accaduto quando ho raccontato la storia di Luigi Coletta, l’idraulico delle “Terme di Fogliano”, arrivato dal Beneventano negli anni Quaranta, poco prima che la guerra giungesse anche a Littoria. Nei primi anni Cinquanta arrivò dal suo stesso paese Antonio Loggia, suo amico d’infanzia. Oltre a ritrovarsi iniziarono a lavorare insieme per la stessa ditta. Successivamente le loro strade si separarono, ma l’amicizia rimase intatta per tutta la vita.

Umberto Giovannetti: il fabbro che portò la “Lambretta” a Latina

Umberto Giovannetti: il fabbro che portò la “Lambretta” a Latina

Littoria avrebbe dovuto essere un borgo rurale, ma il conte Valentino Orsolini Cencelli, presidente dell’Opera Nazionale Combattenti, riuscì a convincere Benito Mussolini, non completamente persuaso, a fondarla come una vera e propria città. L’urbanista Oriolo Frezzotti ne disegnò il piano, immaginando un futuro in cui le automobili avrebbero avuto un ruolo centrale, nonostante negli anni Trenta fossero ancora rare. A Littoria, infatti, ci si spostava principalmente a cavallo o con la bicicletta. Tuttavia, il dopoguerra avrebbe dato ragione a Frezzotti. Prima delle automobili, però, arrivarono la Vespa e la Lambretta, che rivoluzionarono il modo di spostarsi. A Latina la Lambretta arrivò grazie alla famiglia Giovannetti, capeggiati da Umberto di professione fabbro.