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In ricordo di Marinella Di Rezze, la mia fioraia di fiducia

Marinella Di Rezze aveva poco più di vent’anni quando decise di rilevare un piccolo negozio di fiori che si chiamava Il Tulipano. Non sapeva nulla di quel mestiere, ma si buttò lo stesso, con quell’incoscienza che appartiene solo ai giovani. Col tempo la passione la conquistò: imparò a conoscere i fiori, a comporre bouquet, a riconoscere in ogni cliente il fiore giusto. Bella, dolce e gentile, Marinella era diventata la mia fioraia di fiducia. Poi, in un pomeriggio di luglio di venticinque anni fa, il destino le tese un agguato su una di quelle strade dritte e strette, nate con la bonifica dell’Agro Pontino. Strade apparentemente tranquille, ma che nascondono insidie, come l’incrocio tra la  Strada della Segheria e via Zi Maria, dove perse la vita. Marinella era una persona a me cara, e questo racconto lo scrivo per lei.

Chi è di Latina conosce bene le Migliare e le strade che attraversano le campagne dell’Agro Pontino. Percorrerle di giorno è un piacere: lo sguardo si perde tra immense e affascinanti distese di campi. Sono strade dritte come lame: ti invitano a correre, nonostante siano strette, e proprio come le lame sanno essere insidiose e taglienti. Non a caso Latina rientra tra le province con le strade più pericolose d’Italia, a cominciare dalla Pontina. Io, purtroppo, su quelle vie ho perso tante persone care.

Tra le amiche che ho perduto sulle strade pontine c’è Marinella Di Rezze, la mia fioraia di fiducia. Il suo piccolo negozio, il Tulipano, stava sulla circonvallazione, in viale XXI Aprile, vicino al bar Friuli. Io ero uno dei suoi clienti abituali. L’avevo conosciuta nei primi anni Ottanta, quando aveva da poco rilevato l’attività, e subito mi avevano colpito i suoi modi gentili, uniti a una bellezza che non passava inosservata: Un bel sorriso, capelli pieni di ricci e tanto stile. A lei mi rivolgevo ogni volta che volevo fare colpo con un mazzo di fiori.

Il negozio il Tulipano di Marinella Di Rezze (foto: dall'archivio di Clara Galante)

Mi fidavo del suo gusto, e devo ammettere che, grazie a lei, ho fatto sempre una gran bella figura. Avendo l’attività vicino alla sua, col tempo era nata un’amicizia sincera. Marinella era sempre sorridente, anche nei giorni in cui le cose non andavano per il verso giusto. Poi arrivò quel maledetto 7 luglio del 2000: l’incidente stradale in Strada della Segheria, all’incrocio con Strada Zi Maria. Vie di campagna in cui sembra non possa accaderti nulla.

Articolo dal quotidiano Latina Oggi del 9 luglio 2000

La sua morte mi colpì profondamente. Dopo la sua scomparsa, una notte la sognai: uno di quei sogni così nitidi da sembrare veri, dove al risveglio persino i profumi ti restano addosso. Mi giocai i numeri e vinsi pure. Qualche mese prima di morire si era prodigata per farmi acquistare l’appartamento in cui vivo ancora oggi, nello stesso palazzo del suo negozio. Conosceva il proprietario e mi aveva messo in contatto con lui: feci appena in tempo a ringraziarla e con tutto il cuore le dedico questo racconto.

Marinella Di Rezze bambina

La storia di Marinella

Marinella Di Rezze nasce a Latina il 24 febbraio 1961. È la prima di tre sorelle: dopo di lei c’è Cinzia, e Monica. Il padre, Francesco, di origini ciociare, lavora come verniciatore di cucine nel mobilificio della famiglia Bellomo; in seguito, fa anche il falegname, fino ad aprire una lavanderia e poi il bar Cico in via Fabio Filzi. La madre, Luciana Antonioni, marchigiana, lo affianca nelle diverse attività, finché la coppia non si separa. Marinella cresce come una bambina solare, curiosa, con buoni risultati a scuola.

Terminate le elementari e le scuole medie, Marinella si iscrive all’Istituto tecnico, dove consegue il diploma in chimica. Dopo gli studi, desiderosa di non dipendere dalla famiglia, trova lavoro come babysitter presso una professoressa di francese, la signora Cristin. Con dedizione e dolcezza si prende cura della figlia, Silvia, che accudisce amorevolmente. Quel lavoro, però, rappresenta soltanto un passaggio nella sua vita. Marinella è una ragazza semplice ma determinata, e nel cuore coltiva il sogno di costruirsi un futuro tutto suo.

Marinella adolescente

Il Tulipano

Nei 1983 le capita l’occasione della vita: un piccolo negozio di fiori in viale XXI Aprile, sulla circonvallazione, è in vendita. Si chiama il Tulipano. Marinella non ha alcuna esperienza nel settore, ma l’intuito le sussurra che proprio lì c’è il suo futuro. Per imparare, con umiltà, chiede consiglio ad altri fiorai. Nel più antico di Latina, Anzaloni, in via Diaz, trova porte aperte e mani tese. In particolare, Bruno Veneziani, uno dei proprietari, prende a cuore quella giovane ragazza e la guida nei primi passi del mestiere.

Lo stile di Marinella

Bruno si affeziona a Marinella al punto da innamorarsene, nonostante la grande differenza d’età. E lei, di fronte a quel sentimento, non rimane indifferente. Sotto la sua guida Marinella diventa un’ottima fioraia: ha gusto, creatività e quella gentilezza naturale che conquista ogni cliente e fa crescere la sua attività. La relazione con Bruno si consolida, ma in famiglia non tutti approvano. Il padre, in particolare, non accetta quei diciotto anni di differenza, che gli sembrano un abisso. Ma Marinella è una ragazza decisa e non si lascia condizionare.

Una immagine serena di Marinella

Un giorno chiama la madre e, con la spontaneità che la contraddistingue, le dice semplicemente di prepararsi: si sta andando a sposare. La chiesa è a Molella: il prete che ufficerà il matrimonio, e con il quale faranno il pranzo di nozze è Don Salvatore Argiolas, parroco della chiesa del quartiere Pantanaccio: “Gesù Divin Lavoratore”. Dopo un anno nasce Francesco, e per lei è un’esplosione di gioia. Con Bruno decidono di costruire una casa in campagna: il futuro sembra aprirsi sereno davanti a loro.

Marinella con il figlioletto Francesco

Ma le cose prendono una piega diversa. Bruno, infatti, comincia a mostrare un lato oscuro: gli attacchi di gelosia si fanno frequenti, le scenate quasi quotidiane. Marinella, che ama la vita sociale, le chiacchiere tra amici, le cene che sa organizzare con maestria, perché è anche un’ottima cuoca, si ritrova accanto un uomo sempre più ombroso e diffidente. Alla fine, dopo otto anni decide di separarsi. Il dolore più grande, però, non è la fine del matrimonio, ma la separazione dal figlio: Francesco ha otto anni e sceglie di rimanere a vivere con il padre.

Marinella in preghiera con il marito Bruno Veneziani e il figlio Francesco

Per Marinella inizia un periodo difficile. Eppure, nel suo negozio il sorriso non manca mai: continua ad accogliere i clienti con la stessa cordialità di sempre, come se i fiori riuscissero a custodire la parte più luminosa di lei. Gli anni passano, ma gli incontri con il figlio si fanno sempre più rari, e questo resta la ferita più dolorosa della sua vita.

L’incidente: venerdì 7 luglio 2000

Ore 16:30 di venerdì 7 luglio 2000. Marinella sta tornando da Borgo Grappa. Ha fretta, è in ritardo, deve aprire il suo negozio di fiori. Per guadagnare tempo imbocca la strada Zi Maria, meno trafficata della Litoranea. All’incrocio con via della Segheria non si accorge dello stop. Un’altra auto sopraggiunge a velocità sostenuta e lo scontro è inevitabile. L’impatto è devastante: la sua Renault Clio si spezza quasi in due e Marinella viene sbalzata fuori dall’abitacolo.

È gravissima. I medici tentano disperatamente di salvarla. Ma la notte, nonostante ogni sforzo, Marinella si spegne per sempre. Al funerale, la chiesa di “San Marco“ non riesce a contenere la folla: sono più di mille le persone che accorrono per darle l’ultimo saluto. Amici, clienti, conoscenti, tutti stretti nel dolore. Eppure quell’incrocio, ha continuato a mietere vittime. L’ultima nel 2017: Gina, una ragazza di Frosinone. A quasi vent’anni dalla morte di Marinella, nel 2019, finalmente, l’amministrazione provinciale ha fatto realizzare una rotonda.

Da un articolo del Messaggero

L’incontro con il figlio Francesco

Quando ho chiamato Francesco Veneziani e gli ho detto che avrei voluto scrivere di sua mamma è stato ben felice di accogliermi nella sua bella villa, la stessa che i suoi genitori avevano iniziato a costruire insieme. Non è stato facile, però, ricostruire la storia di Marinella, perché della sua famiglia non c’è più nessuno. Anche Monica, la sorella minore a cui era profondamente legata, è venuta a mancare nel 2013. Mentre Bruno, l’ex marito, è scomparso nel 2022, dopo una lunga malattia.

Francesco, dopo la separazione dei tuoi hai vissuto sempre con tuo padre, c’è un motivo in particolare?

“No, non c’era un motivo preciso. Avevo otto anni ed ero molto legato a mio padre. Da mamma non volevo mai andarci, forse perché era stata lei ad andarsene. Oggi però mi è tutto più chiaro: erano semplicemente incompatibili. Mia madre era una donna socievole e brillante, mentre mio padre, persona pragmatica e ottimo imprenditore, era molto più chiuso”

Quanto ti pesa oggi quell’allontanamento?

“Ho rivalutato molto la figura di mia madre. E oggi avverto la sua mancanza. Avverto di non averla vissuta abbastanza” La commozione affiora nei suoi occhi, e in quel silenzio che segue le parole sembra esserci tutto l’amore non detto, tutto il tempo perduto.

So che aveva un bel rapporto con gli altri fiorai, soprattutto con la famiglia De Cesaris de La Riviera

“Sì un bellissimo rapporto. Pensa che, quando morì la mamma di Clara, mia madre le fece il copri cassa. E quando morì mia mamma, Clara fece il copri cassa a lei”

Questa è la mia pianta comprata da Marinella poco prima del suo tragico incidente

Di Marinella conservo ancora una pianta, comprata nel suo negozio poco prima che se ne andasse. Le ho dato il suo nome: “Marinella”. Ogni giorno la guardo e un pensiero corre a lei.

                          Questa è la tua canzone Marinella 
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose

Fabrizio De Andre

Ringrazio Simona, cugina di Marinella, la zia Brunetta e la sua amica Sabrina per avermi aiutato nel racconto.

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2 Comments

  1. Buongiorno Emilio, intanto grazie per aver scritto di Marinella mia cugina, è stato emozionante leggere di lei, volevo soltanto correggere alcune cose che ho trovato nella lettura, Marinella è la primogenita, seconda Cinzia e poi Monica, nei ringraziamenti con la cugina Simonetta hai menzionato la zia Rina, anche lei deceduta, invece era da mensionare la zia Bruna, mia madre, unica delle tre zie ancora in vita, che ha fornito qualche foto da giovane di Marinella, poi mi sembra che l’auto con cui ebbe l’incidente fosse una Renault Clio se non sbaglio, ma magari conta poco, grazie ancora e scusa se mi sono permesso di correggere alcuni dettagli. Buona giornata.

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