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Giuseppe Pezone: da una valigia di cartone al negozio di moda

Era la fine degli anni Quaranta quando un giovane lasciò la sua terra, la provincia di Caserta, con una valigia di cartone stretta tra le mani e un cuore pieno di speranza. Scese dal treno a Cisterna, per poi dirigersi verso Latina, la città nuova in pieno fermento, dove ogni strada profumava di possibilità. Con la sua bicicletta iniziò a girare i poderi, offrendo brillantina e lucidi da scarpe, portando insieme alla merce anche il sorriso e la voglia di costruirsi un futuro. Poi vennero i mercati, la biancheria venduta tra le voci della gente insieme a sua moglie Rosetta e, infine, il coraggio di aprire un negozio di confezioni. Quel negozio, dopo sessant’anni, esiste ancora, perché i figli hanno scelto di custodire l’eredità di Giuseppe Pezone e di sua moglie Rosetta Mantoan: una storia di lavoro, sacrificio e amore che attraversa le generazioni.

Mantenere in vita un’azienda familiare, oggi, non è affatto semplice. Servono coraggio, dedizione e, forse, anche un pizzico di sana follia. Eppure, per chi è cresciuto tra le mura di un’attività che racconta una storia, staccarsene è più difficile che continuare a lottare. Chi sceglie di restare nel commercio è un combattente, perché affrontare ogni giorno le bollette sempre più care, la pressione fiscale e la concorrenza (spesso sleale) del web significa compiere un atto di resistenza, ma anche di amore verso il proprio lavoro e la propria città.

Potrebbe sembrare una riflessione banale. Ma, dietro ogni serranda che si alza ogni mattina c’è molto più di un semplice negozio: c’è una storia, ci sono sacrifici, ci sono legami familiari che si intrecciano con i ricordi. È per questo che la mia “semplice disamina” ha un peso più profondo: racconta la fatica di resistere, ma anche la bellezza di custodire e tramandare una tradizione. E da qui che inizia il cuore del racconto di Giuseppe Pezone e Rosetta Mantoan, due giovani che con coraggio hanno gettato le fondamenta di un sogno diventato realtà.

Il negozio Pezone Moda in Largo Giovanni XXIII sotto il palazzo Lamaro

Qualche settimana fa ho ricevuto un messaggio dall’amico Massimo Porcelli: “Hai mai pensato di scrivere la storia della famiglia Pezone?”. In realtà ci avevo già pensato tempo fa, ma ha fatto bene a ricordarmelo, perché con l’età certe idee rischiano di scivolare via. Così, sono andato senza preavviso nel negozio dei Pezone in Largo Giovanni XXIII. Lì ho trovato anche un amico, Antonio Sorabella, e insieme abbiamo scambiato qualche parola, come si faceva un tempo nei negozi di Latina, quando il commercio era anche comunità…

Giuseppe Pezone dalla provincia di Caserta a Latina

Giuseppe Pezone nasce il 22 marzo 1933 a Parete, in provincia di Caserta. È il primo di cinque figli. Il padre, Domenico, inizia come commerciante di frutta, poi lavora come infermiere all’ospedale di Aversa e infine, insieme alla moglie Chiara – lei la mente, lui il braccio- apre un banco di biancheria e abbigliamento. I due girano i mercati settimanali della zona e vendono persino porta a porta. Fin da bambino Giuseppe impara a cavarsela da solo: quando i genitori sono impegnati con il lavoro, è lui a occuparsi dei fratellini più piccoli.

Intanto incombe la guerra e Giuseppe è costretto ad abbandonare la scuola. Sono tempi difficili e il dopoguerra sarà ancora più duro, perché la famiglia perde tutto. Dopo la quinta elementare si arrangia con piccoli lavori nei campi e, per arrotondare, aiuta i genitori a vendere porta a porta nel paese. Ma non è semplice offrire qualcosa a chi non ha più nulla. Così, a soli sedici anni, prende una decisione coraggiosa: partire insieme al fratello minore Gianni. Una valigia di cartone, con dentro sogni e speranze, è tutto ciò che hanno.

Il giovane Giuseppe Pezone

L’arrivo nell’Agro Pontino

Il fischio del treno segna l’inizio della loro prima vera avventura. La destinazione è Cisterna di Latina: da lì raggiungeranno Borgo Montello, dove alcuni lontani parenti li aspettano nel loro podere. Nella valigia di cartone Giuseppe ha riposto anche i primi prodotti da vendere nei poderi: brillantina e lucidi da scarpe. Con una bicicletta, ogni mattina parte per la tentata vendita. È in quei giri faticosi che si accorge subito di quanto sia diversa la situazione economica rispetto al suo paese.

Il banco della famiglia Pezone

Tempo qualche settimana, trovata una sistemazione a Campomorto (dal 1960 Campoverde), Giuseppe scrive ai genitori una lettera per rassicurarli: “Qui le cose vanno più che bene”. Cinque mesi dopo la famiglia è di nuovo riunita. Domenico e Chiara si mettono subito all’opera: con il loro banco di biancheria iniziano a frequentare i mercati di Latina, Sabaudia, Pontinia, Sezze, Norma… Anche Giuseppe e i fratelli sono sempre al loro fianco, pronti a dare una mano. Ma oltre al lavoro c’è spazio anche per il divertimento: è una terra giovane, piena di gioventù.

L’amore per Rosetta e il banco al mercato

Nel 1954, durante una festa in una balera di Cisterna, Giuseppe conosce Rosetta Mantoan, sorella di un suo amico. Rosetta è nata a Littoria da genitori veneti arrivati durante la bonifica, assegnatari di un podere nella stessa frazione dove vivevano anche i Pezone. È una bella ragazza, intelligente e sveglia, che aiuta i suoi genitori in campagna. Dopo il fidanzamento, l’obbligo della leva militare divide i due giovani. Ma al ritorno, nel 1957, Giuseppe e Rosetta si sposano. Dalla loro unione nasceranno tre figli: Chiara, Antonella e Domenico (Mimmo).

Una volta sposati, Giuseppe e Rosetta decidono di aprire un banco tutto loro. I primi affari li fanno a Resina, in provincia di Napoli, dove arrivano le balle di abbigliamento dalle navi americane. Dopo averli acquistati e stirati, li rivendono nei mercati settimanali. Rosetta dimostra subito di avere talento: è una venditrice nata. Con la gente ha tatto, è gentile, sa consigliare. Le signore si affidano a lei con fiducia e le sarte l’adorano, perché concede le stoffe anche a credito. Queste accortezze le porteranno tante altre clienti.

La giovane Rosetta Mantoan

Nel 1965 l’opportunità della loro vita

Accanto al quartiere delle case popolari sorge un grande palazzo con locali commerciali in affitto. Per Giuseppe e Rosetta è l’occasione giusta per fare il grande passo. Il negozio scelto è all’angolo, proprio su un incrocio importante da cui passa la strada per Roma: una posizione strategica. La decisione è presa: Rosetta seguirà il negozio, mentre Giuseppe continuerà a girare i mercati. Il successo, però, arriva subito e le vendite decollano, tanto che ben presto i mercati apparterranno soltanto alla storia della famiglia Pezone.

Fine anni '60 Giuseppe e Rosetta con i loro figlioletti Chiara, Mimmo e Antonella

Intanto Gianni, il fratello minore di Giuseppe arrivato con lui nell’Agro Pontino, ha fatto strada: è riuscito a rilevare a Roma, vicino alla Stazione Termini, un grande magazzino trasformandolo in uno dei negozi di abbigliamento più frequentati della Capitale: si chiama M.A.S. (Magazzini allo Statuto). Proprio davanti a quel negozio si liberano alcuni locali. Gianni non perde tempo, chiama subito il fratello e lo convince ad aprire anche a Roma.

L’avventura romana

Giuseppe fa trasferire la sua famiglia, perché si rende conto che Roma è tutta un’altra storia: si lavora il triplo e si guadagna il triplo. Ma Rosetta non riesce ad abituarsi al ritmo frenetico della Capitale. Inoltre, siamo alla fine degli anni Settanta e giorno dopo giorno Roma appare sempre meno sicura. Così, tre anni dopo, nel 1980, Giuseppe decide di accontentare la moglie e tornare nella tranquilla Latina, nel loro bel negozio che li ha visti crescere.

Rosetta all'entrata del suo negozio

Con i nuovi marchi in voga nell’abbigliamento degli anni Ottanta, c’è solo l’imbarazzo della scelta. E Pezone diventa sinonimo di moda. Oltre all’impegno di tutta la famiglia, Giuseppe assume diversi dipendenti per gestire i tanti clienti che, ogni giorno, affollano il negozio. Sono anni d’oro. Ma nel 2002, a causa di una malattia, Giuseppe è costretto a fermarsi e a lasciare il lavoro. Rosetta lo seguirà nel 2015: però continuerà a frequentare il negozio fino al 2024, anno della sua scomparsa. Giuseppe l’ha preceduta l’anno prima.

Rosetta e Giuseppe

L’incontro con i figli di Giuseppe e Rosetta

È raro vedere tre fratelli lavorare fianco a fianco nello stesso negozio e, dopo più di quarant’anni, andare ancora d’accordo. Il merito, credo, va a Giuseppe e Rosetta: è grazie al loro esempio se Chiara, Antonella e Mimmo oggi portano avanti insieme quella storia iniziata oltre sessant’anni fa.

Come immaginate il futuro di questa attività che porta il vostro nome e quello della vostra famiglia?

“I nostri figli hanno scelto strade diverse e noi non abbiamo fatto nulla per fermarli. Oggi questo mestiere è troppo complicato e forse hanno fatto la scelta migliore” risponde Antonella.

Qual è il ricordo più forte che custodite di Giuseppe e Rosetta dietro quel bancone?

“La loro unione fatta di amore e complicità. Erano una coppia veramente affiatata, di quelle che ormai non esistono più” aggiunge Chiara.

Mimmo una tua speranza?

“Che si possa tornare alle tradizioni italiane, quando i negozi erano luoghi di incontro e di socializzazione”

Chiara, Mimmo e Antonella dietro il bancone del loro negozio

Oggi il negozio Pezone non è soltanto un’attività commerciale: è il simbolo di una storia familiare che ha attraversato la guerra, la fatica, le sfide del mercato e le trasformazioni di una città. Giuseppe e Rosetta hanno insegnato ai loro figli che dietro ogni vendita ci sono persone, legami e speranze. E anche se il futuro prende strade diverse, resta intatta la loro lezione di vita.

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