cultura Latina Monti Lepini Storie

La storia dell’avvocato Angelo Tomassini: dalle rocce di Norma alle aule del Senato

In un piccolo paese abbarbicato sui monti Lepini, dove le case si affacciano sul vuoto come a cercare l’infinito, nacque un uomo il cui destino avrebbe intrecciato le aule del tribunale, le trincee della storia e i palazzi della politica. Avvocato per vocazione, politico per passione. Durante la Seconda guerra mondiale venne strappato alla sua terra e alla sua toga per andare al fronte, finendo poi, come tanti altri militari italiani, internato in un campo di concentramento in Germania. Ma né il filo spinato, né l’esilio riuscirono a spegnere la fiamma che lo animava. Al suo ritorno, avrebbe trasformato la resilienza in impegno civile, sedendo infine tra i banchi del Senato della Repubblica. Dalle alture silenziose di Norma al fragore della politica romana, questo è il viaggio di Angelo Tomassini: un uomo che attraversò il diritto, la guerra e gli ideali.

All’inizio, gli abitanti dei monti Lepini percepirono la bonifica dell’Agro Pontino e la fondazione di Littoria come una confisca delle proprie terre, anche se si trattava in gran parte di zone paludose e malariche. Gli abitanti del luogo non accolsero con favore i nuovi arrivati, provenienti in prevalenza dal Nord (veneti, friulani ed emiliani). Li chiamavano con disprezzo “polentoni” e, a loro volta, questi ricambiavano definendo gli abitanti locali “marocchini”.

L'avv. Angelo Tomassini

In quel clima teso, carico di diffidenze, anche Norma, arroccata sulle sue rocce antiche e apparentemente lontana dal fermento della pianura, cominciò a percepire i primi segnali di un’epoca in trasformazione. Proprio qui crebbe un giovane dallo sguardo curioso e dallo spirito battagliero: figlio di una terra sospesa tra isolamento e identità profonda, scelse di diventare avvocato per difendere i diritti degli altri e politico per dare voce alla sua gente. Vi racconto la storia di Angelo Tomassini.

Angelo Tomassini: tra studi, guerra e politica

Angelo Tomassini nasce il 21 dicembre 1911 a Norma, in provincia di Roma (oggi Latina). È figlio unico: un fratellino, morto in tenera età per una malattia infantile, lo precede. Il padre, Domenico, discende da una famiglia di origini marchigiane emigrata a Norma nella seconda metà dell’Ottocento. Si mantiene con lavori saltuari nella vendita di carni. La madre, Assunta Onorati, normigiana, porta in dote un piccolo uliveto che, però, produce ben poco.

Angelo cresce in una famiglia umile, ma i genitori, nonostante le ristrettezze economiche, fanno grandi sacrifici per garantirgli un’istruzione. Lo mandano in un collegio religioso a Ferentino, in provincia di Frosinone, e poi al liceo classico di Velletri, dove conclude gli studi alla fine degli anni Venti. Ma Angelo ha un sogno: diventare avvocato. Si iscrive così alla facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza di Roma. Ogni mattina parte a piedi dal suo paese, scende fino a Ninfa e da lì prende il treno per la capitale.

È un viaggio lungo e faticoso, ma Angelo lo affronta con determinazione. Dopo le lezioni si ferma in biblioteca a studiare: non può permettersi di comprare i libri universitari. In quegli anni conosce Giovanna D’Avanzo, una ragazza romana con origini normigiane da parte dei nonni. Si vedono più volte, si parlano, si cercano… fino a innamorarsi. Intanto, spinto dal desiderio di diventare penalista, assiste a numerose arringhe nel palazzo di giustizia di Roma, affascinato dall’arte del processo. 

Norma 1938: gli sposini Angelo Tomassini e Giovanna D'Avanzo

Nel 1937 Angelo si laurea e inizia la pratica forense nello studio di Leone Zeppieri, tra i primi avvocati di Littoria. Nello stesso anno sposa Giovanna e si trasferisce con lei nella nuova città di fondazione. Dalla loro unione nasceranno due figlie: Maria Teresa nel 1941 e Anna Maria nel 1947. Concluso il praticantato, Angelo si trova davanti a una scelta: accettare un impiego pubblico o inseguire il sogno coltivato fin dai tempi del liceo. Non ha dubbi: sceglie la strada più incerta, quella del penalista.

La guerra e la prigionia

Nel frattempo, l’Italia si prepara a entrare in guerra al fianco della Germania. Angelo, inizialmente scartato per problemi fisici, riceve comunque la chiamata alle armi nel maggio del 1943. Parte per Lecce con il grado di tenente nel Corpo degli Artiglieri e, alla fine di giugno, viene trasferito sull’isola di Rodi, in Grecia. Lì, l’atmosfera si fa presto tesa: nell’aria si avverte che qualcosa sta per cambiare.

1943: l'avvocato Angelo Tommassini internato in Germania

Il 25 luglio Benito Mussolini viene deposto e, dopo poche settimane, l’8 settembre, l’armistizio sancisce la fine dell’alleanza con i tedeschi. Per i soldati italiani nei territori occupati, quella che sembrava solo incertezza si trasforma in una trappola: tutti quelli che non collaborano vengono disarmati, arrestati e deportati in Germania. Angelo si oppone nettamente e viene così deportato in vari campi di concentramento: Grecia, Polonia e infine in Germania a Sandbostel, quindi a Wietzendorf.

L'avvocato Angelo Tomassini con la moglie Giovanna D'Avanzo

Circa cinquantamila Internati Militari Italiani moriranno di stenti nei lager nazisti. Anche Angelo rischia la vita. Partecipa alla “resistenza silenziosa”, rifiutando di collaborare con i nazisti, di aderire alla Repubblica di Salò e di lavorare nelle fabbriche di armi tedesche. L’8 maggio 1945, con la resa della Germania, arriva finalmente la liberazione. Dopo un lungo e faticoso viaggio, Angelo torna a casa. Ad attenderlo ci sono Giovanna e la piccola Maria Teresa.

Il lavoro e la politica

Riprende subito il lavoro di avvocato, ma l’esperienza della prigionia lo ha profondamente segnato. È così che decide di impegnarsi anche in politica. Si iscrive al Partito Socialista di Pietro Nenni. Nel 1948 si candida con il Fronte popolare sia alla Camera che al Senato, ma non viene eletto. Nel frattempo continua a vivere la professione forense come una missione: difende i contadini e i partigiani, ma si occupa anche dei casi giudiziari che raccontano tragiche storie di sangue.

Coltiva con passione lo studio della psicoanalisi: legge numerosi testi per comprendere meglio l’animo umano. Questa passione lo porta a battersi affinché nei processi vengano disposte perizie psichiatriche per conoscere a fondo l’imputato: essenziale per poterlo giudicare con giustizia. Intanto, la politica torna a farsi sentire. Nel 1951 si candida al Consiglio Comunale di Latina con il partito socialista: questa volta viene eletto.

Anni '60: l'avvocato Angelo Tomassini nel tribunale di Latina

Nonostante i numerosi impegni, non dimentica il suo paese d’origine. Torna spesso a Norma, soprattutto per far visita alla madre, a cui rimane profondamente legato. Nel 1957 posa la prima pietra della sua casetta: un ritorno concreto alle radici, in quel luogo che continua a sentirsi casa. Nel 1962, dopo l’alleanza tra DC e PSI, Angelo Tomassini diventa vicesindaco. Si dimette dopo un solo anno, a causa di questioni urbanistiche irrisolte

1963: Norma in festa per l'avvocato Angelo Tomassini eletto senatore

A Norma fonda la ProLoco, un’associazione di volontariato senza scopo di lucro, per promuovere importanti rappresentazioni per il recupero delle radici e tradizioni locali. A Latina, invece, fonda il ‘Circolo Giovanni Verga’ che vedrà la partecipazione di molti giovani. Gli impegni si intensificano quando la sua carriera politica lo porta definitivamente a Roma. Alle elezioni politiche del 1963 viene eletto senatore con più di ventimila voti: è il primo esponente socialista a rappresentare la provincia di Latina in Senato.

Norma: festa folkloristica della ProLoco di cui Angelo Tomassini è stato fondatore

Nel 1964, dopo la scissione del PSI, aderisce al PSIUP. Per due legislature concentra gran parte delle sue energie sull’attività parlamentare: sarà membro della Commissione permanente di Giustizia, dove porta avanti con rigore e passione le sue battaglie per riformare il diritto penale autoritario e repressivo ancora vigente, in netto contrasto con le libertà e i diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione italiana.

Latina Piazza del Popolo: il comizio dell'avvocato Angelo Tomassino

Dopo anni di intenso impegno politico, nel 1972 termina il suo mandato parlamentare. Fortemente deluso dallo scioglimento del PSIUP, si iscrive al Partito Comunista Italiano, ma abbandona la politica attiva. Si dedica così completamente alla professione forense, che continua a esercitare con la stessa passione e rigore che lo hanno sempre contraddistinto. Sarà protagonista nei processi penali più importanti del territorio pontino fino alla fine dei suoi giorni.

I giovani colleghi dell'avv. Angelo Tomassini gli dedicano una scritta al suo compleanno

Angelo Tomassini si spegne il 27 settembre 1984. Per lui, il Tribunale di Latina apre per la prima volta la camera ardente nell’aula della Corte d’Assise: un gesto simbolico e solenne, riservato a chi, con la toga e l’impegno civile, ha lasciato un segno profondo nella storia della giustizia pontina.

L'avv. Angelo Tomassini al Circolo Verga da lui fondato

L’incontro con Anna Maria Tomassini

Ho sempre sentito parlare dell’avvocato Angelo Tomassini, nonostante siano passati più di quarant’anni dalla sua scomparsa: segno evidente che il suo operato ha lasciato un’impronta profonda. A mettermi in contatto con la figlia, Anna Maria, è stata la mia amica Emanuela Gasbarroni.

Norma è sempre rimasta nel cuore di suo padre. Oggi, il paese ha trovato un modo per ricordarlo?

“Sì, la biblioteca comunale di Norma porta il suo nome. Come famiglia abbiamo donato una parte consistente dei suoi libri. A casa ne conservava circa settemila, e la maggior parte riguardava la psicoanalisi: sua grande passione, ma anche testi di criminologia, diritto, opere di letteratura, storia, filosofia, e sociologia. Con rammarico, per problemi di capienza, si è potuta consegnare solo una parte della sua biblioteca”

Che rapporto aveva con i suoi colleghi?

“Aveva un ottimo rapporto con tutti, anche con chi la pensava diversamente da lui. Il suo luogo di incontro preferito era la libreria Raimondo, dove spesso si intratteneva in lunghe conversazioni. Proprio lì, i colleghi più giovani iniziarono a chiamarlo “Maestro”, un appellativo che lo accompagnerà per tutta la vita”

Latina 1988: viene presentato il 'Centro Studi Angelo Tomassini'

Nel dicembre 1988 le figlie Maria Teresa e Anna Maria, con alcuni amici e colleghi del loro papà, fondano il Centro Studi Angelo Tomassini, con l’obiettivo di raccogliere la sua eredità e dare continuità alle idee e alla passione civile che hanno guidato ogni fase della sua vita: l’uomo di cultura, l’avvocato, il politico coerente. Oggi, nel cuore di Latina, una via porta il suo nome. Un segno tangibile che il suo impegno e il suo esempio continuano a camminare accanto a noi.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *