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Mercedes Mellacina Vallin, “madre” di tutte le maestre dell’Agro Pontino

Per la bonifica dell’Agro Pontino arrivarono ingegneri e tecnici molto esperti. Anche per i medici fu lo stesso: occorrevano preparati e pronti a grandi sacrifici. La malaria non era ancora stata sconfitta e, con l’arrivo di migliaia di lavoratori, il loro operato divenne di fondamentale importanza. Senza mai riposare passavano da un villaggio operaio all’altro. Proprio in quei villaggi aprirono le prime scuole elementari e vennero le prime maestre. Poi con la fondazione di Littoria e delle altre città si rese necessario far giungere nell’Agro Pontino altre insegnanti. Tra queste Mercedes Mellacina, maestra e donna straordinaria.

Era un po’ che non raccontavo un personaggio femminile, ne avvertivo la mancanza. Riflettendo sulla nascita della città mi sono tornate in mente le maestre. Avevo già raccontato, circa due anni fa, una delle prime maestre dell’Agro Pontino, Bianca Del Bue Dissette, giunta nella scuola elementare di Borgo San Donato, prima della fondazione di Littoria. Mi ero ripromesso di scriverne altre, perché ritengo siano state fondamentali, negli anni Trenta, in cui tutto ebbe inizio.

Le maestre dovevano insegnare, ma allo stesso tempo essere pazienti, severe, dolci al momento giusto e, soprattutto, capire tutti quei bambini che parlavano dialetti diversi e farli poi interagire tra loro. Un compito veramente arduo. Tra le figure di spicco c’è senza ombra di dubbio la maestra Mercedes Mellacina Vallin, tra le prime maestre di Sabaudia e Littoria.

Diverso tempo fa, la mia cara amica Giusi Caddeo Del Grande, ex professoressa del Vittorio Veneto, mi aveva consigliato di scrivere della maestra Mellacina. Preso da tanti altri impegni, mi era sfuggito. Poi, ripensando alle storie da raccontare, quel consiglio mi è ricomparso come un flash. Così ho chiamato Giusi e, da gancio perfetto, mi ha fatto avere il contatto per raccontare questa storia. E la ringrazio, perché ho scoperto un personaggio di grande spessore culturale, e con un percorso professionale decisamente straordinario.

La storia di Mercedes Mellacina dalle rive del Po all’Agro Pontino

Mercedes Mellacina nasce a Migliaro, sulle rive del Po, in provincia di Ferrara. È la prima di tre figli. Dopo di lei, Manlio e Mauda. Suo papà, Francesco, è un ricco possidente e vanta amicizie importanti, come Italo Balbo, politico e ufficiale del Regio Esercito, considerato un potenziale rivale politico di Benito Mussolini. La mamma, Teresa, maestra elementare è una donna molto colta. All’università ha avuto insegnanti d’eccezione: l’urlatore Giosuè Carducci e il mite Giovanni Pascoli.

Mercedes e il fratello Manlio frequentano le elementari nel loro piccolo paese, per poi proseguire gli studi in un collegio di Bologna, dove regna una grande severità. Per le superiori, rimane sempre a Bologna a casa di amici di famiglia. Frequenta l’istituto magistrale. Dopo il diploma partecipa al concorso nazionale per ottenere un posto di maestra elementare nel Veneto. Vincerà il concorso e gli sarà assegnata una cattedra a Bosaro, sull’altra riva del Po, in provincia di Rovigo. Lì conosce Giovanni Vallin, che proviene da una famiglia molto agiata: possidente terriera nel Polesine.

Mercedes Mellacina con la mamma Teresa Foschi

Giovanni è reduce della Prima guerra mondiale, reclutato a soli diciassette anni e inviato in Friuli come vedetta militare sul monte Sabotino. Anche il papà di Mercedes ha partecipato alla guerra e verso la fine degli anni Venti si lascia attrarre dalla bonifica dell’Agro Pontino. Essendo un reduce, gli verrà affidato un podere dall’Opera Nazionale Combattenti. All’inizio degli anni Trenta, Francesco, Teresa e i figli Manlio e Mauda, si trasferiranno in quella terra bonificata. Teresa, ottenuto il trasferimento, continuerà a insegnare nella città nuova di Littoria.

Mercedes, dopo essersi sposata, decide con il marito Giovanni di raggiungere la sua famiglia. Essendo maestra avrà diritto anche a un alloggio. Intanto le viene assegnata la cattedra alla scuola elementare di Sabaudia, seconda città di fondazione dopo Littoria. Mercedes, essendo incinta, partorirà la sua prima figlia, Vanda, e sarà anche la prima femmina nata a Sabaudia.

Anni ’30: Mercedes con la sua figlioletta Vanda sulla spiaggia di Sabaudia

Abiteranno a Sabaudia solo per un breve periodo, poi si trasferiranno a Borgo Piave dove abitano i suoi genitori. Francesco fa il fattore e Giovanni è impiegato economo nell’Opera Nazionale Combattenti. Mercedes, invece, desidera fortemente approfondire gli studi e si iscrive nella facoltà di Magistero. Malgrado sia molto complicato raggiungere Roma e l’università, con determinazione affronterà i grandi sacrifici che l’attendono. Nel 1940, conseguirà il diploma di abilitazione alla vigilanza nelle scuole elementari. Il 27 dicembre del 1943, Mercedes si laurea. Siamo in piena guerra, e con gli alleati in procinto di sbarcare ad Anzio.

Ma le scuole purtroppo non possono riaprire e le famiglie Mellacina e Vallin saranno costrette a sfollare a Roma, dopodiché proseguiranno per il Veneto, dove hanno parenti e una casa padronale. Finita la guerra, torneranno nella loro città: la troveranno quasi del tutto distrutta e con un nome nuovo, Latina. Teresa chiederà il pensionamento e a Mercedes daranno subito una nuova cattedra. Mentre, Francesco e Giovanni saranno epurati, perché considerati fascisti: dovranno cercarsi nuove occupazioni.

1940: Giovanni Vallin con la moglie Mercedes insieme alla figlioletta Vanda

Mercedes viene nominata Direttrice Didattica

Mercedes crede nella scuola ed è convinta che l’educazione profusa con serietà e amore possa ridare fiducia a una nazione dilaniata dalla guerra. Nel 1950 viene nominata Direttrice Didattica del circolo di Cisterna. Un vasto territorio fino ai confini di Velletri. Si vedrà costretta a conseguire la patente di guida e ad acquistare, con grandi sacrifici, una Fiat 500 per raggiungere le scuole nei villaggi di periferia.

Nella località Le Castella, frazione di Cisterna, si accorge che i bambini arrivano a scuola un po’ intontiti. Parlando con le maestre e andando a fondo a quella strana situazione, viene a sapere che i fanciulli, di prima mattina, bevono un bicchiere di vino. Subito si adopererà per chiedere aiuto alle amministrazioni comunali, alle parrocchie e alle associazioni benefiche, affinché quei bambini abbiano una colazione gratuita fatta di pane e latte, ogni mattina.

Nel 1951 nascerà la sua seconda figlia, Valeria. In seguito, sarà direttrice in diversi circoli didattici. Oltre Cisterna, lo sarà a Cori, Sezze e infine Latina a Piazza Dante, compresi i borghi della città. Nel 1970 vince il concorso di Ispettrice Scolastica. Il suo primo incarico sarà a Lagonegro in provincia di Potenza. Dopo un anno, sarà trasferita a Latina. In quegli anni sarà nominata presidente del CIF Centro Italiano Femminile, una delle poche organizzazioni patrocinate dal Ministero degli Interni.

1998: Mercedes Mellacina con la sorella Mauda, in uno dei tanti convegni

È entusiasta di questo nuovo incarico. La finalità è quella di migliorare l’opera educativa, non solo della scuola, ma anche delle famiglie e di tutti quegli enti che si occupano della crescita formativa delle persone. Organizzerà molteplici attività: congressi, convegni, viaggi di istruzione, corsi di formazione professionale, corsi per adulti, corsi di preparazione ai concorsi, scuole materne in luoghi disagiati, doposcuola, colonie marine e montane e persino i primissimi consultori.

Un lavoro intenso per ottimizzare il mondo educativo, comprendendo anche le classi sociali rimaste escluse da chi riteneva che l’educazione e gli studi, fossero privilegio esclusivo di pochi. In mezzo a tutti questi impegni Mercedes diventa anche nonna, la figlia Vanda le donerà tre nipotini, Maria Francesca, Giorgio e Gianmarco. Dalla figlia Valeria, invece, verranno Vincenzo e Michela.

Nonostante l’avanzare dell’età, Mercedes dimostra una energia inesauribile. Nel 1987 nasce l’istituto per gli studi dedicato ad Altiero Spinelli, autore del Manifesto di Ventotene (Titolo originale “Per un’Europa libera e unita“) scritto quando fu confinato dal regime fascista sull’isola pontina. Mercedes verrà nominata segretaria dell’Associazione Europea degli Insegnanti, sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali. Diverse volte Mercedes accoglierà gli studenti in visita a Ventotene. Andrà un paio di volte anche a Bruxelles.

L’8 marzo del 2004, nell’aula magna dell’Istituto Vittorio Veneto di Latina la professoressa Mercedes Mellacina Vallin testimonierà il suo impegno con una relazione sul ruolo della donna nella scuola dal dopoguerra in poi. Lucida ed energica come lo è sempre stata, commuoverà tutti i presenti. Mercedes si spegnerà il 27 agosto del 2008, lasciando una testimonianza straordinaria del suo impegno. Impegno volto alla costruzione, attraverso l’educazione, di una città intera.

L’incontro con Gianmarco Proietti nipote della maestra Mercedes Mellacina Vallin

Incontro Gianmarco Proietti in un bar difronte il liceo scientifico G.B. Grassi di Latina, dove insegna matematica. Qualche parola per entrare in confidenza e poi le mie domande alla fine del suo racconto.

Come ricordi tua nonna?

“La ricordo come una donna intraprendente che amava viaggiare. Emanava energia pura. Abbiamo viaggiato diverse volte insieme, io e lei. Ho dei bellissimi ricordi come quello fatto a Gerusalemme, o anche a Berlino, quando il muro non era ancora stato abbattuto del tutto. Invece, quando andavamo in vacanza con la famiglia preferiva viaggiare in treno. I miei partivano in macchina e io le facevo compagnia in treno. Ero molto legato a mia nonna” In questo ultimo ricordo, la voce di Gianmarco si incrina dall’emozione.

Era una donna severa?

“Con noi nipoti era dolcissima. Ci preparava deliziose specialità emiliane. Con le figlie invece, è stata molto severa. Ma era anche molto determinata nel suo lavoro, soprattutto con chi, nei piani alti, non rispettava le promesse. Non aveva paura di nessuno”

Ho letto che le sarà dedicato qualcosa

“Sì, finalmente. Le sarà dedicata la scuola primaria e secondaria di primo grado di via Po”

Mercedes Mellacina con suo nipote Gianmarco Proietti

Latina non ha monumenti come il Colosseo, il duomo, le chiese barocche. I monumenti di Latina sono il mare, i laghi, la campagna, le colline. Ma il vero patrimonio culturale della città, sono le storie delle persone…

Che io adoro e continuerò a raccontare.

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