Ormai viviamo in un’epoca dominata dallo schermo: occhi fissi sul cellulare, pronti a riprendere ogni cosa, anche la sofferenza altrui. Spesso si filma invece di aiutare, si osserva invece di agire. Eppure, non tutti voltano lo sguardo. C’è ancora chi sceglie di intervenire, anche a rischio della propria vita. È successo quasi due anni fa, sul litorale di Latina. Due bambine stavano annegando. Franco Gatto non ha esitato: si è tuffato tra le onde. Le ha salvate. Ma lo sforzo è stato troppo grande, e il suo cuore si è fermato. Un eroe? Forse. Ma prima di tutto, un uomo che non ha dimenticato cosa vuol dire essere umano.
Nell’agosto di due anni fa sul litorale di Latina accadde un fatto che mi colpì profondamente. Un uomo si gettò in mare per salvare due bambine che stavano annegando. Con uno sforzo immenso riuscì a metterle in salvo, ma quel gesto eroico gli costò la vita. Si chiamava Franco Gatto: una persona mite, amata dalla sua famiglia e stimata da tutti coloro che lo conoscevano.

Franco Gatto, l'elettricista che ha compiuto il gesto eroico il 3 agosto 2023
È per questo che ho deciso di raccontare la sua storia: perché il suo coraggio non venga dimenticato e il suo nome continui a vivere, come esempio di autentica umanità. Ma per capire davvero chi fosse Franco Gatto, occorre tornare all’inizio del suo cammino, in un piccolo paese della Calabria…
La storia di Franco Gatto e l’eroico gesto di un uomo normale nella sua umanità

Francesco Antonio Gatto (Franco detto Celestino), nasce il 29 agosto 1963 a San Pietro di Caridà, in provincia di Reggio Calabria. È ultimo di quattro figli. La sua vita sarà segnata già dalla nascita. La mamma sta per partorire tre gemelli, ma qualcosa va storto; morirà di parto insieme a due gemellini. Franco è l’unico sopravvissuto. Il padre, Antonio, lavora all’estero e quindi sarà affidato alla nonna materna, Caterina Morfea, e alla zia Filomena che considererà come una vera mamma.
Nel 1969 la famiglia si trasferisce a Latina nella zona di Campo Boario, dove già risiedono alcuni parenti. Franco è un bambino tranquillo, riflessivo, con una maturità sorprendente per la sua età. Frequenta le scuole elementari al Col di Lana e le medie alla Giovanni Cena. Terminato l’obbligo scolastico, inizia a lavorare come apprendista presso la ‘Michel Neon’, un’azienda specializzata nella produzione di insegne al neon.

Un articolo d'epoca: dei tre bimbi sopravvivrà solo Franco Gatto
In seguito, prosegue la sua esperienza lavorativa nella ditta del cognato, Mauro De Bonis, specializzata in impianti elettrici. Franco apprende in fretta il mestiere, dimostrando serietà e competenza. Sarà proprio Mauro a trovargli un impiego stabile in una grande azienda, dove Franco lavorerà per trent’anni come elettricista. Anche lui, come tutti i ragazzi della sua età, ha i suoi momenti di svago. A Latina coltiva diverse amicizie, ma quella più profonda è con Italo Ciocchetti, suo amico del cuore.

Anni '60 San Pietro di Caridà: Franco Gatto (secondo da dx) con i suoi fratellini
Franco e Italo partecipano spesso alle feste organizzate a casa di amici, ed è proprio durante una di queste che i due ragazzi, appena diciottenni, incontrano due gemelle di quattordici anni, di origini veneto-marchigiane: Roberta e Antonella Soncin. È un colpo di fulmine per entrambi: Italo si innamora di Roberta, Franco di Antonella.

Il giovane Franco Gatto che gli amici chiamavano 'Celestino'
Le due storie d’amore condurranno entrambi al matrimonio. Purtroppo Italo perderà la vita in un incidente stradale, proprio mentre Roberta è in attesa del loro secondo figlio, che sarà una bambina. È il 1989, lo stesso anno in cui Franco e Antonella si sposano. Dalla loro unione nasceranno Mirko e Noemy.

I giovanissimi fidanzati Franco Gatto e Antonella Soncin
Franco è una persona solare e disponibile: ama stare in compagnia con i suoi amici di sempre, che incontra nei momenti liberi in un bar del quartiere Gionchetto. Le sue passioni sono il mare e la palestra. Pur essendo arrivato a Latina all’età di sei anni, resta profondamente legato alla sua terra d’origine. Ogni estate torna con la famiglia a San Pietro di Caridà, il paese dove è nato, per trascorrere le vacanze immerso nei suoi lontani ricordi.
L’incontro fatale con il destino

Agosto 2023. Finalmente le ferie. Quindici giorni di mare e sole. Franco si può godere il meritato riposo insieme alla sua inseparabile Antonella. Il loro posto preferito è sulla spiaggia libera di Rio Martino, alla diciassettesima scaletta, poco prima di arrivare al camping. Quel 3 agosto, Franco e Antonella, insieme alla nipote Maria, arrivano alle 7:30. Franco pianta l’ombrellone e sistema le sdraio. Si guarda intorno, ma a quell’ora ci sono ancora poche persone.
Antonella gli porge il caffè dal thermos. Franco sorride, beve un sorso e guarda il mare. “Oggi sarà una bella giornata” dice, anche se il vento racconta un’altra storia. Il mare è già increspato. Comunque la giornata scorre tranquilla. Franco ogni tanto si concede un tuffo per rinfrescarsi, ma evita la solita nuotata. Sa bene che il mare, quando è agitato, va rispettato. Si accorge che sotto la superficie ci sono correnti forti. Nel fondale si aprono buche pericolose, che possono sorprendere anche un buon nuotatore.

Rio Martino Latina: una foto recente di Franco e Antonella vicino il luogo fatale
Già il giorno prima, Franco ha tirato fuori dall’acqua due bambine che pericolosamente hanno oltrepassato la riva. Le ha poi accompagnate sotto i rispettivi ombrelloni, dove le madri, ignare, non si sono accorte di nulla, ma per fortuna c’è Franco, con il suo sguardo vigile e attento a ciò che succede intorno.

La famiglia Gatto: Noemy, Antonella, Mirko e Franco
Ma torniamo al 3 agosto. Il mare si sta ingrossando; il vento è più forte, ma rende il caldo sopportabile. Franco e Antonella hanno il pranzo al sacco, perché vogliono restare in spiaggia fino a tardi. Verso le 17, Franco entra in acqua per un ultimo tuffo, ma capisce subito che è troppo pericoloso. Torna a riva e avvisa i vicini di ombrellone: “Meglio non entrare, non è il caso di farsi il bagno”. Lo dice con calma, ma con la sicurezza di chi conosce il mare.

2024
Rio Martino (Latina): Antonella Soncin con la sindaca di San Pietro di Caridà, Caterina Gatto, davanti alla croce in memoria di Franco Gatto
Un attimo dopo, con la coda dell’occhio, si accorge che due bambine sono in difficoltà. Stanno annaspando, trascinate dalla corrente. Rischiano di essere risucchiate. Non esita un secondo: si tuffa e nuota verso di loro. Antonella si accorge di tutto e inizia a gridare. Una ragazza, Michela, prende in prestito un materassino e, con coraggio, si butta in acqua per aiutare. Franco raggiunge le bambine e con le ultime forze, riesce a sollevarle e adagiarle sul materassino. Sono salve.

Rio Martino (Latina): la croce sulla spiaggia della tragedia
Ma lo sforzo è immane. Antonella se ne accorge e cerca di raggiungerlo per aiutarlo, gli tende la mano, ma Franco le fa cenno di restare indietro. Inizia a bere, a perdere forza, ad annaspare. I due bagnini lo raggiungono e lo portano a riva. Gli prestano i primi soccorsi, mentre sulla spiaggia atterra anche l’elicottero e arriva un’ambulanza. I sanitari fanno di tutto per rianimarlo, ma non c’è più nulla da fare. Oltre all’acqua ingoiata, il cuore non ha retto alla fatica. Un silenzio irreale cala sulla spiaggia, rotto solo dal ruggito del mare.

Panathlon International assegna il Premio Fair Play a Franco Gatto per lo straordinario esempio di generosità e altruismo
L’affetto più grande e inaspettato arriverà dal suo paese natale, San Pietro di Caridà: nella piazza principale verrà posta una targa in suo onore, a ricordo del suo gesto eroico. Anche sulla spiaggia, nel punto esatto in cui ha perso la vita, la famiglia collocherà una croce: un segno silenzioso della sua estrema generosità. Il Comune di Latina gli dedicherà una targa commemorativa, e un altro riconoscimento arriverà dal Panathlon International Premio Fair Play, grazie all’interessamento di Gennaro Ciaramella.

La targa apposta nella piazza principale di San Pietro di Caridà in memoria di Franco
L’incontro con la moglie Antonella e la figlia Noemy
Incontro Antonella e Noemy al Circolo Cittadino. Il loro contatto l’ho avuto dal mio amico libraio, Luis Iaquinta, che conosceva bene Franco. L’emozione la sento tutta…
Antonella, chi era Franco per te, al di là del gesto che tutti conoscono?
“Per me era una persona straordinaria, abbiamo passato insieme oltre quarant’anni della nostra vita. Mancavano solo pochi mesi alla pensione e avremmo avuto ancora più tempo per stare assieme”
Avete avuto molte manifestazioni di affetto, qual è quella che ti ha più emozionato?
“Sicuramente quando mi ha chiamato la sindaca di San Pietro Caridà, Caterina Gatto, per dirmi che avrebbero voluto dedicare qualcosa a Franco. Mi hanno accompagnata i cugini di mio marito venuti dall’Argentina, Antonietta, Franco e Dario, che purtroppo non ha mai conosciuto. È venuto anche il cugino Carmelo che vive a Genova. Sono stata ospitata dalla mia cara amica Vera Gullì. È stato tutto molto emozionante”
Noemy in questa storia, secondo te, manca qualcosa?
“Sì, manca qualcosa. Non abbiamo mai conosciuto le mamme delle due bambine che papà ha salvato. Io vorrei tanto incontrarle, anche solo per sapere chi sono, per vedere con i miei occhi a chi ha donato la sua vita. Non per avere un grazie, ma perché sento che quel gesto ha un volto, una storia, e mi piacerebbe conoscerla. E poi voglio aggiungere che andrebbero aumentate le postazione dei bagnini, perché quello che è accaduto a noi, spero non accada a nessun altro”

Antonella e Franco posano per un selfie nel loro luogo del cuore: Rio Martino
La sua storia merita di essere ricordata, non solo per il coraggio, ma per l’umanità profonda che lo ha guidato fino all’ultimo respiro. In un tempo che spesso guarda altrove, Franco ci ha insegnato cosa significa esserci, davvero.
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Un cara amico di mio marito, Franco, mi dicono persona solare e generosa come si è rivelato fino alla fine. Onore e gratitudine a lui e un abbraccio per la perdita lacerante alla sua famiglia!