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Gennaro Ciaramella: sotto la divisa da fruttivendolo, una grande storia

A Latina ci sono personaggi che danno tanto alla comunità, ma non conosciamo le loro storie… Arrivato nella città pontina nei primi anni ’70, insieme alla sua umile e numerosa famiglia, Gennaro Ciaramella incarna perfettamente il volto di chi, partendo da zero, ha costruito il proprio futuro con impegno, sacrificio e determinazione. Insieme ai fratelli e alle sorelle trasforma un sogno in realtà: aprire le prime frutterie, che con il tempo sono diventate un punto di riferimento importante della vita quotidiana della città. Ma Gennaro non è soltanto un imprenditore: la sua grande passione per il calcio e per lo sport lo ha sempre accompagnato, prima da giocatore e poi come promotore di eventi sportivi e iniziative sociali. Perché, nonostante i traguardi raggiunti, non ha mai dimenticato le sue radici e continua a restituire al territorio parte di ciò che la vita gli ha dato.

A Latina ci sono persone che ogni giorno fanno tanto per la comunità, spesso in silenzio, lontano dai riflettori. Le incrociamo nelle strade, nei negozi, sui campi sportivi, ma raramente ci fermiamo a chiederci quale sia la loro storia, da dove vengano, quali sacrifici abbiano fatto per arrivare fin qui. È un po’ quello che mi è accaduto con Gennaro Ciaramella. Lo conosco da tempo, come lo conoscono in tanti a Latina: un volto familiare, uno di quelli che ti salutano con il sorriso, sempre impegnato tra il lavoro e la passione per lo sport.

Gennaro Ciaramella

Eppure, fino a poco tempo fa, non sapevo nulla di lui. Un giorno mentre accompagnavo mio figlio a un torneo di calcetto, dalle parti di via Vejo, me lo sono ritrovato dietro il bancone del suo minimarket. Spinto dalla curiosità e dalla mia passione per le storie della città, ho scambiato due chiacchiere con lui. Ed è lì che ho capito che dietro la divisa da fruttivendolo si nascondeva una storia che valeva la pena raccontare. Perché spesso ci fermiamo all’apparenza, ma sotto ogni abito c’è un percorso fatto di sacrifici, scelte e determinazione.

Gennaro Ciaramella dai vicoli di Napoli a Latina

Gennaro Ciaramella nasce a Napoli il 21 maggio 1961 terzo di nove figli. Il padre, Francesco che tutti chiamano affettuosamente Don Ciccio, resta vedovo con due figli piccoli, Rosa e Tonino, dopo la scomparsa della sua prima moglie, Nunzia. In seconde nozze sposa Anna Zobel, con la quale avrà altri sette figli: Gennaro, Nunzia, Imma, Marco, Peppe, Ciro e Foffo. Don Ciccio lavora raccogliendo ferro nelle stazioni, un mestiere duro. Viene chiamato per smontare vagoni dismessi, pezzo dopo pezzo, con pazienza e tanta forza.

È un lavoro faticoso, ma rende bene: consente a Don Ciccio di mantenere dignitosamente la sua numerosa famiglia. Anna, nel frattempo, si dedica completamente alla casa e ai figli, compresi Rosa e Tonino, i due bambini avuti dal primo matrimonio di Francesco, che ha accolto come fossero suoi. Ma il destino a volte cambia direzione. Don Ciccio si ammala di una grave forma d’asma e sarà costretto ad abbandonare il lavoro. Per tirare avanti vende tutte le sue proprietà, ma con nove figli a carico ben presto si ritrova a raschiare il fondo.

Anni '60: Gennaro Ciaramella sulla spiaggia di Napoli

Nel 1971, vista la situazione sempre più difficile, il figlio Tonino decide di trasferirsi a Latina, ospite di un parente. Trova lavoro al MOL (Mercato ortofrutticolo di Latina) appena inaugurato. È proprio lì, in quella Latina che ancora si sta formando e crescendo, che qualche anno dopo inizierà a prendere forma il futuro della famiglia Ciaramella. Nel settembre del 1972, Don Ciccio, insieme alla moglie Anna e agli altri figli, decide di raggiungere Tonino. L’unica a restare a Napoli è Rosa, che nel frattempo ha trovato lavoro.

Gennaro Ciaramella con alcuni dei suoi fratellini e sorelline

A Latina si sistemano in una piccola casa a Campo Boario. I figli maschi dividono una cameretta, lo spazio è poco ma la famiglia è unita, e questo conta molto per Don Ciccio. Gennaro frequenta le scuole medie al Palazzo M, ma d’estate lavora nei mercati della frutta. Nel tempo libero coltiva la sua grande passione: il calcio. Dopo la terza media trova subito lavoro al MOL a scaricare e caricare cassette di frutta. Ma nel 1977, per dare lavoro ai figli, Don Ciccio, firma un pacco di cambiali e rileva il bar Lazio, in via del Lido.

Don Ciccio Ciaramella e la moglie Anna Zobel

Nascono le prime frutterie della famiglia Ciaramella

Nel bar lavora tutta la famiglia Ciaramella. I debiti, con il tempo, iniziano a diminuire grazie all’impegno e alla dedizione di tutti. Nel 1979 Gennaro parte per il servizio militare. Al suo ritorno, la famiglia si riunisce per prendere una decisione importante: aprire la loro prima frutteria nel quartiere popolare delle Gescal in via Mugilla. È solo l’inizio. Negli anni a seguire ne apriranno altre sette. Otto fratelli, otto negozi. Sempre insieme, sempre uniti, per la gioia e l’orgoglio di Don Ciccio, mentre il bar Lazio verrà ceduto.

Intanto Gennaro continua a inseguire la sua passione per il calcio: gioca prima nelle giovanili del Latina, poi in quelle della Fulgorcavi. Ma il lavoro ha la priorità. Certo non abbandonerà del tutto il campo: continuerà a giocare con alcune squadre dei borghi. Nel 1980 arriva anche l’amore: durante una festa conosce Rita Di Girolamo. Cinque anni dopo si sposano e nasceranno Francesco e Federica. Alla fine degli anni Ottanta, i fratelli Ciaramella affrontano le prime difficoltà con l’arrivo dei supermercati; superate con impegno e professionalità.

Gennaro e Rita nel giorno delle loro nozze

Il dolore per la scomparsa di Ciro

Nel 1993 dopo una lunghissima malattia, muore Don Ciccio, ma la vita continua… Nel 2000, i fratelli più giovani dei Ciaramella, Ciro e Foffo, aprono un’enoteca in via dei Volsci che conquista immediatamente l’attenzione della città: l’Angolo Divino. Il locale, accogliente e originale, attira giovani e adulti, diventando in breve tempo un punto di riferimento serale per chi cerca un buon aperitivo, un calice di vino o una cena diversa dal solito.

A dx Ciro con la mamma, il fratello Foffo e un nipotino

Ma la storia si spezza tragicamente nel primo pomeriggio del 13 agosto 2004: Ciro perde la vita in un grave incidente stradale, a pochi metri dal suo Angolo Divino, all’incrocio con viale Petrarca. Quella tragica e prematura scomparsa segnerà per sempre la famiglia Ciaramella, che cadrà nello sconforto più totale. Non riescono proprio a darsi pace. Per Ciro, sarebbe stato il suo ultimo giorno di lavoro prima delle ferie estive. Qualche anno dopo la sua morte, i fratelli Ciaramella di comune accordo decidono di separare le attività.

Gli eventi sportivi e sociali

A Gennaro va il minimarket di via Tuscolo, che ancora oggi conduce con dedizione. Ma per sua natura, il lavoro non basta a colmare il bisogno di sentirsi davvero realizzato. Così continua a coltivare le sue passioni. Organizza eventi che uniscono sport e solidarietà, tra cui spicca il “Gran Galà del Calcio”, manifestazione provinciale giunta ormai alla decima edizione.

Gennaro Ciaramella con Alessandro "Spillo" Altobelli al Gran Galà del Calcio 2025

Un appuntamento unico, dove si premiano giovani promesse, si celebrano carriere memorabili, le associazioni storiche del territorio e si rende omaggio anche a chi non c’è più. Nelle edizioni più recenti, il Galà si è aperto anche a figure al di fuori del mondo sportivo, riconoscendo il valore dell’impegno, della cultura e della comunità in senso più ampio.

I Ciaramella: purtroppo manca solo Ciro a completare la bella foto di famiglia

Nel 2014, Gennaro viene eletto presidente provinciale dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio) incarico che ricoprirà per dieci anni con passione e senso di responsabilità. È tesserato FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) da oltre mezzo secolo, così come da cinquant’anni è tifoso fedele del Latina Calcio. Un traguardo che ha voluto celebrare in modo speciale, riunendo amici e vecchie glorie nerazzurre al Chaos, uno dei locali più conosciuti in città.

L’incontro con Gennaro nel suo minimarket

Gennaro non si ferma mai: lo trovi a sistemare la merce tra gli scaffali o a consegnare la spesa in bicicletta, pedalando per le vie del quartiere. È una figura che sembra arrivare da un’altra epoca, genuina e instancabile. Mi fa venire in mente Carosello, quella pubblicità con Ninetto Davoli che porta la spesa in bici, cantando e fischiettando.

Gennaro, hai fatto tantissimi eventi, chi vuoi ringraziare?

“Ringrazio tutti quelli che mi aiutano per la realizzazione degli eventi. Anche chi mette a disposizione i luoghi, come Rino Polverino con il suo 24mila baci e la famiglia Chiappini per l’impianto sportivo della SA.MA.GOR.

hai qualche rimpianto di eventi non riusciti?

Di rimpianto ne ho uno in particolare. Avevo organizzato, insieme ai miei amici Mimmo Cinelli e Daniele Mariani, un evento di sport e solidarietà ad Amatrice. Eravamo anche in contatto con il sindaco di allora Sergio Pirozzi. Era tutto pronto, ma la pandemia bloccò tutto e poi la scomparsa di Daniele Mariani mi tolse tutte le energie: un dolore difficile da superare, come quello per mio fratello Ciro”

Gli amici che ti sono rimasti nel cuore?

“Piero Di Trapano, Aldo Mannarelli, Daniele Mariani e Maurizio Vona, questi sono gli amici che ho perduto e a cui ero molto legato”

Latina cosa rappresenta per te?

“Rappresenta la mia vita, e io vorrei dare tutto quello che posso a questa città. Il mio sogno? Che i giovani restino qui, che non siano costretti ad andare via per cercare fortuna altrove”

Gennaro con la figlia Federica, appena laureata, la moglie Rita e il figlio Francesco

Raccontare storie come quella di Gennaro Ciaramella significa restituire voce a chi, spesso in silenzio, contribuisce ogni giorno a rendere Latina una città più viva, più vera, più umana. Non sono eroi, ma esempi. E oggi più che mai, abbiamo bisogno di esempi come il suo.

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