Gennaro Ciaramella: sotto la divisa da fruttivendolo, una grande storia

Gennaro Ciaramella: sotto la divisa da fruttivendolo, una grande storia

A Latina ci sono personaggi che danno tanto alla comunità, ma non conosciamo le loro storie… Arrivato nella città pontina nei primi anni ’70, insieme alla sua umile e numerosa famiglia, Gennaro Ciaramella incarna perfettamente il volto di chi, partendo da zero, ha costruito il proprio futuro con impegno, sacrificio e determinazione. Insieme ai fratelli e alle sorelle trasforma un sogno in realtà: aprire le prime frutterie, che con il tempo sono diventate un punto di riferimento importante della vita quotidiana della città. Ma Gennaro non è soltanto un imprenditore: la sua grande passione per il calcio e per lo sport lo ha sempre accompagnato, prima da giocatore e poi come promotore di eventi sportivi e iniziative sociali. Perché, nonostante i traguardi raggiunti, non ha mai dimenticato le sue radici e continua a restituire al territorio parte di ciò che la vita gli ha dato.

“Riveder le stelle (con l’Under 21)” Daje Ringhio: il futuro passa da qui

“Riveder le stelle (con l’Under 21)” Daje Ringhio: il futuro passa da qui

Non tutte le sere inizi con il desiderio di guardare una partita. A volte scegli il calcio per abitudine, altre per fede, altre ancora solo per noia. Ieri, invece, è stato il ricordo a decidere per me. Perché quando vedi “Italia-Germania”, anche se è una Under 21, qualcosa si accende. Un’eco antica. Un brivido. Un pezzo di storia che ritorna. così, ieri sera, ho assistito a una partita epica. Non per il risultato, ma per lo spirito, per il cuore messo in campo, per il modo in cui quei ragazzi hanno onorato la maglia. Quello che dispiace, semmai, è stato non trovare questa storia nelle prime pagine dei quotidiani sportivi. Come se il coraggio, la bellezza e la passione, quando arrivano dai giovani, lontano dai riflettori, contassero meno.

Luca Zavatti: caduto in strada, rinato in campo

Luca Zavatti: caduto in strada, rinato in campo

A Latina, le barriere architettoniche sono come le zanzare d’estate: fastidiose, ovunque, e nessuno sembra davvero deciso a eliminarle del tutto. Luca Zavatti, però, ha imparato a conviverci con entrambe. Ogni mattina si alza, inforca le stampelle, come altri infilano le ciabatte, e affronta la città come fosse un videogioco in modalità “difficile”. Marciapiedi insidiosi persino per i quattrozampe, ascensori rotti “momentaneamente” da tempo… Ma lui ci ride su. “Dove non arrivo con la gamba, arrivo con la testardaggine,” dice sempre. Cinquantasette anni, una gamba sola ma un’ironia che ne vale tre. E mentre si destreggia tra i cantieri eterni del centro e le buche che sembrano crateri lunari, sogna una città dove l’unico ostacolo sia decidere dove andare a giocare a pallone, sua grande passione.