C’è una forza gentile che attraversa la vita di Gina Ragazzo, ex campionessa mondiale di karate che ha fatto della passione una filosofia. Sul tatami ha costruito una carriera straordinaria, collezionando medaglie d’oro e trofei che raccontano non solo di vittorie, ma di sacrificio, disciplina e amore per l’arte marziale. La stessa energia che l’ha guidata nello sport l’ha accompagnata anche oltre: Gina ha esplorato altre discipline, raggiungendo sempre risultati d’eccellenza, e ha dato voce al suo mondo interiore attraverso la scrittura, pubblicando diversi libri. Da quarantanove anni gestisce la sua palestra con la determinazione di sempre, insegnando il karate come via di equilibrio, rispetto e crescita personale. Gina Ragazzo è una figura d’eccellenza che ha portato Latina nel mondo, anche se, forse, il mondo di Latina non la conosce ancora abbastanza…
Da tempo mi piace pensare al mio lavoro come un archeologo sociale: appellativo affibbiatomi dal mio amico Angelino Silvestri. Scavo tra le pieghe della mia città, alla ricerca di storie sepolte, dimenticate, o semplicemente mai raccontate. Ogni tanto, come gli scarriolanti che un tempo tracciavano i canali di bonifica, affondo la pala nella terra della memoria. Ma questa volta non ho dovuto scavare: la storia è arrivata grazie all’amica Roberta Galeotti: “Devi conoscere Gina Ragazzo, campionessa mondiale di karate!”.


Di arti marziali ne so poco, anche se mi hanno sempre affascinato. Da ragazzo, per un anno, praticai judo nella palestra Samurai del maestro Renato Argano. Poi, un giorno, mi fece combattere con la figlia e in un attimo mi mise a tappeto . Capii che il judo non era per me… anche se ricordo ancora i nomi di alcune mosse. Quindi mi sono incuriosito e ho voluto conoscere Gina Ragazzo, karateka 7° dan: titolo riservato a maestri con un’esperienza notevole.
La storia di Gina Ragazzo: campionessa di karate

Gina Ragazzo nasce a Latina, terza di quattro figli. Il padre, Pietro, è originario di Lacedonia, in provincia di Avellino; la madre, Lucia Tenore, di Bisaccia, un paese poco distante. Entrambi provengono da famiglie contadine e gestiscono una piccola masseria, ma dopo la guerra desiderano cambiare vita, soprattutto Pietro, rimasto invalido durante la Seconda guerra mondiale. A dare loro una possibilità è una sorella di Lucia, che insieme al marito si è già trasferita a Latina, dove ha aperto un emporio in via Giovanni Cena.
La vita nella nuova città si rivela subito promettente, e così nel 1955 la giovane coppia decide di trasferirsi. Lucia inizia a vendere corredi casa per casa, col tempo apre diversi negozi, l’ultimo dei quali in via G.B. Vico con l’insegna Manhattan. Pietro, invece, grazie alla sua invalidità di guerra, ottiene un impiego in Prefettura, alternando il lavoro anche nella Questura di Latina.

Pietro Ragazzo e Lucia Tenore, mamma e papà di Gina RagazzoGina è una bambina molto vivace, creativa e studiosa. Alle elementari di Piazza Dante è la maestra Giuseppina Berna, che le trasmette l’amore per la lettura e la scrittura. Alla scuola media Aleardo Aleardi, invece, scopre lo sport, una passione che non l’abbandonerà più. Si avvicina alla scherma con il professor Ettore Silvestri, distinguendosi subito per impegno e talento. Grazie al suo primo premio letterario, vince una borsa di studio che spenderà per acquistare tutta l’attrezzatura per la scherma. Inoltre, alle gare studentesche conquista l’oro nel salto in lungo e il bronzo nei 400 metri piani; segnali precoci di una determinazione fuori dal comune.

Gina Ragazzo a undici anniIl karate: una passione travolgente

Per le scuole superiori Gina si iscrive a ragioneria all’Istituto Vittorio Veneto, ma nel frattempo aiuta la madre in negozio e trova anche il tempo per dedicarsi al nuoto. A diciannove anni si avvicina al mondo delle arti marziali, iniziando a frequentare la palestra di karate del fratello maggiore. Fin dai primi allenamenti capisce che non è un semplice sport, ma una vera e propria filosofia di vita, fatta di disciplina, concentrazione, autostima e resilienza. Da quel momento il karate diventa una passione travolgente, che segnerà il suo percorso di vita.
Intanto nella vita di Gina arriva anche l’amore. Conosce un ragazzo al giro di Peppe, lo struscio principale della città, e tra i due nasce un’intesa speciale. Si sposano presto, quando Gina ha appena vent’anni: dal loro matrimonio nascerà Eric. Nel frattempo il suo percorso nel karate procede a ritmo serrato: in pochi anni, dalla cintura bianca conquista una dopo l’altra la gialla, arancione, verde, blu, marrone e infine la più ambita, la nera. Un traguardo raggiunto con tenacia, nonostante nell’esame per la cintura verde scopra di essere in attesa di un figlio.

Il figlio Eric sulle orme della mammaAlla cintura nera Gina non si ferma: sente il desiderio di crescere ancora, di perfezionare la tecnica e approfondire la filosofia del karate. Decide così di frequentare l’Accademia del maestro giapponese Hiroshi Shirai, una delle figure più autorevoli nel panorama mondiale delle arti marziali. Per seguire i suoi corsi deve viaggiare spesso, anche fino al Nord Italia, ma la passione è più forte di ogni fatica. Sotto la guida di Shirai, Gina continua a progredire fino a conquistare il quarto dan. Successivamente arriverà fino al 7° dan.

Nella squadra l'unica donna è Gina RagazzoI primi combattimenti
Nei combattimenti arrivano presto le prime soddisfazioni a livello nazionale, e poi anche internazionale. Gina Ragazzo, la campionessa di karate, porta con orgoglio il nome di Latina sui tatami di mezzo mondo, diventando un simbolo di eccellenza e determinazione. Il suo impegno viene riconosciuto anche dalle istituzioni: il sindaco Delio Redi le conferisce il titolo di Cittadina Benemerita, onorificenza che riceverà anche nella città scozzese di Dunoon.
Proprio in Scozia Gina conosce il maestro Tommy Morris, a capo della Kobe Osaka International, una delle federazioni di karate più prestigiose al mondo. È lui a incoraggiarla, nel 2000, a fondare la Kobe Osaka Italia, che Gina guiderà fino al 2008 con la stessa passione e il rigore che da sempre la contraddistinguono. La sua direzione culminerà con un evento straordinario: la World Cup della federazione, organizzata al Palazzetto dello Sport di Latina, dove si sfidano le squadre provenienti dai cinque continenti.
Da Latina ai successi internazionali
Nella sua lunga carriera da atleta, Gina Ragazzo ha conquistato numerosi successi e medaglie d’oro in tutto il mondo: Scozia, Russia, Filippine, Grecia e molti altri Paesi hanno applaudito il suo talento. È stata coach della nazionale italiana under 26 e ha insegnato karate in diverse nazioni, dagli Stati Uniti alla Polonia, dalla Russia agli Emirati Arabi, fino alle Filippine e alla Grecia.

Una carriera straordinaria, culminata quest’anno con il conferimento alla sua palestra, aperta nel lontano 1976, della “Stella al Merito CONI Benemerita per lo Sport”. Oggi Gina prosegue la sua attività nella Big Jim Karate Shotokan di Latina, in via Isonzo 31, dove continua a trasmettere passione, disciplina ed esperienza alle nuove generazioni.

Il Presidente della Federazione Russa di karate Kamil Musin premia Gina RagazzoMa la vita di Gina Ragazzo non si esaurisce sul tatami: anche la sua attività letteraria, iniziata negli anni Ottanta, occupa un posto importante. Nel 1987, con una poesia dedicata alla pace, vince il Premio Città di Latina, consegnato dal senatore Guido Bernardi. La sua più recente pubblicazione, uscita nel 2024, è la raccolta di racconti “8 Mega Pixel”, un’opera dal tono dark, che conferma la sua inesauribile curiosità e il bisogno di esprimersi attraverso forme diverse.

L'amministrazione comunale di Latina consegna un riconoscimento per i 49 anni della Big Jim Karate Shotokan, la palestra di Gina PalazzoL’incontro con Gina Ragazzo la karateka 7° dan
Incontro Gina nella sua palestra. Mi accoglie nel suo ufficio, un ambiente che profuma d’Oriente: sul tavolo ordinato si intravedono libri e fotografie, mentre gli scaffali alle pareti sono colmi di coppe e trofei. Ogni oggetto racconta un frammento del suo percorso, e nel suo sguardo sereno si legge ancora la stessa energia di quando tutto è cominciato.
Gina, ti è mai capitato di usare il karate al di fuori del tatami?
“Sì, mi è capitato di difendermi in alcune occasioni. Una volta due malintenzionati tentarono di scippare la mia borsa: fuggirono a gambe levate dopo qualche colpo ben assestato. Un’altra volta, in via Ezio, alcuni ragazzi provarono a importunarmi e anche allora li misi in fuga. E poi c’è stato quel giorno in cui intervenni per salvare un signore anziano, aggredito da un tossicodipendente”
Chi frequenta la tua palestra?
“Soprattutto donne. Il karate aiuta non solo fisicamente, ma anche mentalmente: rafforza l’autostima, la concentrazione, la sicurezza in sé stesse. E poi, al giorno d’oggi, con tutti i casi di femminicidio che sentiamo quasi ogni giorno, è importante essere preparate a difendersi”
Tuo figlio ha seguito le tue orme?
“Sì, Eric è cintura nera di karate ed è stato campione internazionale. Quest’anno ha ricevuto il premio Opes 2025, riconoscimento che il CONI assegna ad atleti e dirigenti sportivi per i risultati ottenuti in Italia e all’estero, e per l’impegno nella promozione dello sport sul territorio”

Eric e la madre Gina Mentre lascio la palestra di via Isonzo, penso che storie come quella di Gina Ragazzo siano tesori nascosti nel cuore della città. Latina, spesso distratta e veloce, custodisce persone che con la loro dedizione hanno portato il suo nome nel mondo. Il mio lavoro da “archeologo sociale” serve anche a questo: riportare alla luce la memoria viva di chi, come Gina, ha costruito il proprio destino con disciplina, coraggio e poesia.
Dimenticavo: Gina è sempre nella sua palestra, disponibile ad accogliere tutti per un caffè o una semplice chiacchierata, perché è un’inguaribile conversatrice che ama confrontarsi, parlando di cultura, di sport e di mille altri argomenti.
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