Adamo Fiorito e la sua laboriosa famiglia da Littoria a Latina

Adamo Fiorito e la sua laboriosa famiglia da Littoria a Latina

Questa storia prende vita da una serata organizzata dall’amico Paolo Bomberini, il quale propone eventi dedicati alla musica dance anni ’80 e ’90.  Queste serate sono un vero e proprio viaggio nel tempo: un po’ come salire sulla DeLorean di Doc nel film ‘Ritorno al futuro’, ritrovandosi immersi in quegli anni meravigliosi, quando la nostra giovinezza si intrecciava con canzoni ineguagliabili che continuano a risuonare anche tra le nuove generazioni. La magia di tali eventi riaccende ricordi e offre l’opportunità di rivedere tante persone perse di vista, perché: ‘ognuno perso dentro ai fatti suoi’. Durante quella serata ho incontrato almeno un paio di storie da raccontare. Una è quella della storica famiglia Fiorito, il cui capostipite era Adamo, che evoca non solo le origini della vita, ma anche le origini della nostra città.

Umberto Giovannetti: il fabbro che portò la “Lambretta” a Latina

Umberto Giovannetti: il fabbro che portò la “Lambretta” a Latina

Littoria avrebbe dovuto essere un borgo rurale, ma il conte Valentino Orsolini Cencelli, presidente dell’Opera Nazionale Combattenti, riuscì a convincere Benito Mussolini, non completamente persuaso, a fondarla come una vera e propria città. L’urbanista Oriolo Frezzotti ne disegnò il piano, immaginando un futuro in cui le automobili avrebbero avuto un ruolo centrale, nonostante negli anni Trenta fossero ancora rare. A Littoria, infatti, ci si spostava principalmente a cavallo o con la bicicletta. Tuttavia, il dopoguerra avrebbe dato ragione a Frezzotti. Prima delle automobili, però, arrivarono la Vespa e la Lambretta, che rivoluzionarono il modo di spostarsi. A Latina la Lambretta arrivò grazie alla famiglia Giovannetti, capeggiati da Umberto di professione fabbro.

Corrado Serra: l’Elettrauto Bolognese

Corrado Serra: l’Elettrauto Bolognese

Molti emiliani giunsero nell’Agro Pontino, quando furono terminati i lavori di bonifica in Emilia-Romagna, nella zona di Ferrara. Rimasti disoccupati, si spostarono in massa per lavorare in quella integrale delle paludi pontine. Erano operai agricoli, chiamati anche scariolanti, muniti solo di pala e carriola.  Il loro duro lavoro consisteva nel trasportare la terra nella zona paludosa, per alzare il livello del terreno. Quando l’Opera Nazionale Combattenti mise a disposizione le case poderali per le famiglie più numerose e disagiate del Nordest, arrivarono altri emiliani, insieme ai veneti e friulani. Con la nuova città di Littoria ci furono molte opportunità di lavoro: dagli anni Trenta, fino al secondo dopoguerra, fu l’unico luogo in Italia che lo permetteva. Il passaparola tra i vari compaesani fu determinante. Lo fu anche per l’emiliano Corrado Serra, uno dei primi elettrauto della città, arrivato subito dopo la liberazione.